Copertina SV

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:51 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MASTERCUTOR
  2. THE WRONG SIDE OF MIDNIGHT
  3. THE INSTIGATOR
  4. ONE LONE VOICE
  5. WE DO - FOR YOU
  6. WALKER IN THE DARK
  7. MASTER OF DISASTER
  8. TEARS OF A CLOWN
  9. VENDETTA
  10. THE DEVIL WALKS ALONE
  11. DEAD MAN'S EYES
  12. CRASH BANG CRASH

Line up

  • Udo Dirkschneider: vocals
  • Fitty Wienhold: bass
  • Igor Gianola: guitars
  • Stefan Kaufmann: guitars
  • Francesco Jovino: drums

Voto medio utenti

Il precedente album "Mission No. X" (2005) non si era certo presentato come uno dei migliori lavori dello storico ex cantante degli Accept, lontano dai fasti dell'esordio "Animal House" (1987) come pure dall'eccezionale "Holy" (1999), anche per un'insistita, e mal riuscita, inclinazione modernista.
Ora con "Mastercutor" le cose vanno decisamente meglio.
Beh, almeno sembrerebbe, dato che purtroppo come spesso capita con i promozionali della AFM dobbiamo fronteggiare una scaletta largamente penalizzata, con 9 brani su 12 malamente sfumati, una scelta, questa, che viene pertanto gratificata dal "senza voto" piazzato al fondo della recensione.
Ad ogni modo la stessa titltrack, che apre il disco, mostra un gran bel tiro e piena convinzione, qualità non completamente replicate nella successiva "The Wrong Side Of Midnight", peraltro scelta come primo singolo. Rendono sicuramente miglior giustizia alla tracklist sia la grintosa "The Instigator", sia il lento (nel classico stile del cantante tedesco) "One Lone Voice".
Si rivela invece decisamente banale e sotto tono "Walker in the Dark", mentre una monotona "Master Of Disaster" si salva solo grazie all'azzeccato chorus. Per fortuna tocca poi alla stupenda "Tears Of A Clown", che ripropone il lato più romantico e malinconico degli U.D.O., ed alla quadrata e marziale "Vendetta" (ispirata al bellissimo film "The Untouchables"), sicuramente due tra le migliori canzoni, e ci metto pure la titletrack, di questo "Mastercutor". Comunque prima della conclusione dell'album mancano ancora tre brani, e tra questi l'ammiccante "Crash Bang Crash" che si distingue per quel suo taglio più Hard Rock, direi quasi alla Quiet Riot, e che ci congeda con un sorriso da questa rocciosa ed ormai ben rodata formazione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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