Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:39 min.
Etichetta:Archaic Sound

Tracklist

  1. IMPURUS REDITUS
  2. COLD AND STIFF
  3. ASH PILLAR
  4. BLISSFUL DILUSION
  5. FIELDS
  6. VOGELFREI

Line up

  • Impurus: instruments, vocals
  • Nuntius Tristis: vocals (guest)
  • Azken: vocals (guest)

Voto medio utenti

Che sorpresa!

I Cromlech sono il progetto solista di Impurus, batterista degli storici black metallers Dies Ater, il quale, ancor prima di far parte della sua band principale, nei primissimi anni 90', pianificava la registrazione di un demo che poi non sarebbe mai uscito.
Nel 2021 il nostro, fortunatamente aggiungo io, riprende le vecchie idee, ne aggiunge di nuove e, due anni dopo, tira fuori questo "Cold and Stiff" un puro concentrato di Black Metal anni '90 di una qualità così elevata da emozionare un vecchio nostalgico come il sottoscritto.
Non pensate, tuttavia, ad un suono zanzaroso o ad una produzione lo-fi come andava di moda un tempo: quest'album esplode, letteralmente, dagli speakers regalandoci sei brani dal gusto si antico, ma dall'approccio assolutamente moderno e, soprattutto, devastante nei sui malefici intrecci di chitarra (qui e la mi sono venuti in mente gli Emperor di Anthems...) sui quali si ergono, spaventose ed altere, le urla degli ospiti dietro al microfono i quali ci raccontano un suono doloroso, fottutamente epico nei suoi rallentamenti, e molto germanico nell'approccio gelido ma ieratico.
I Cromlech uniscono vecchio e nuovo dunque, e sanno creare un'amalgama devastante da un lato, le accelerazione sono al cardiopalma, e magnificente dall'altro, soprattutto grazie ad un intelligente uso delle tastiere (anche qui gli Emperor sono il riferimento principale) che si fondono con chitarre spietate e durissime ma, anche, attente alla melodia (malata nel profondo) ed alla costruzione di canzoni che sono arrangiate con classe e pura malignità trasformata in musica.
"Cold and Stiff" non è un album che vuole cambiare qualcosa, ma è un album severo, oscuro come le nebbie del mattino, affascinante nelle sue visioni apocalittiche (ascoltate con attenzione "Fields"), e sprezzante, con orgoglio, verso tutto e tutti: un reale ritorno al Black Metal, un ritorno a casa, ecco cosa abbiamo tra le mani e cosa non dobbiamo lasciarci sfuggire.

Applausi scroscianti e lacrime di nostalgia.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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