Copertina 6,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2023
Durata:24 min.
Etichetta:Loma Vista Recordings/ Universal

Tracklist

  1. SEE NO EVIL (TELEVISION COVER)
  2. JESUS HE KNOWS ME (GENESIS COVER)
  3. HANGING AROUND (THE STRANGLERS COVER)
  4. PHANTOM OF THE OPERA (IRON MAIDEN COVER)
  5. WE DON'T NEED ANOTHER HERO (TINA TURNER COVER)

Line up

  • Papa Emeritus IV: vocals, bass
  • Fredrik Åkesson: guitars

Voto medio utenti

Lo so, lo so: in molti considerano il precedente “Impera” un ottimo lavoro.
De gustibus.
Io, a distanza di un anno abbondante, continuo a ritenerlo episodio esangue e spoglio di quella patina horror / occulta, commerciale ed insincera quanto volete, ma per me imprescindibile nell’economia del Ghost-sound.

O no?
A voler essere onesti, nemmeno il nuovo “Phantomime” pare forgiato nelle tenebre perenni di Mordor. Perlomeno, gli si può riconoscere la (flebile) attenuante di configurarsi come il tradizionale EP di cover dei Nostri, immesso dunque sul mercato per tenere alta l’attenzione tra un full e l’altro.
Ad ogni modo, anche prescindendo dalle rimostranze di un fedele adoratore delle atmosfere deliziosamente oscure contenute in “Opus Eponymous” e “Meliora”, mi sento di poter catalogare il neonato di casa Forge come il più classico dei lavori piacevoli eppur in alcun modo imprescindibili.

Il dipanarsi della tracklist non fa che corroborare la tesi, lanciandosi in traiettorie qualitative pressoché sinusoidali.
Si parte, infatti, piuttosto in sordina, con una rivisitazione insipida e sin troppo solare di “See No Evil” dei Television, per poi alzare l’asticella con una incalzante versione di “Jesus He Knows Me” dei Genesis, in grado di coinvolgere senza patemi l’ascoltatore e di penetrargli il cervello grazie al liberatorio chorus.

Si torna dalla parte sbagliata della carreggiata con la successiva “Hanging Around”, che sfoggia un interessante arrangiamento iniziale, a cavallo tra Deep Purple e primi Uriah Heep, per poi tuttavia smarrire man mano mordente. Chi vi scrive poi, per sovrappiù, non ha mai particolarmente apprezzato i The Stranglers.
Problema diametralmente opposto si pone per la successiva “Phantom of the Opera”, canzone che venero composta dal gruppo della mia vita.

Come siamo andati?
In rete i pareri si sprecano, alcuni dei quali anche -sulla carta- autorevoli [mi riferisco ovviamente al sempre diplomatico e articolato Paul Di’Anno]; la mia umile opinione è che dal punto di vista strumentale, pur senza osare granché in termini di rielaborazione, si sia svolto un grande lavoro. Sotto il profilo canoro, invece, ho trovato l’impostazione di Tobias troppo educata e priva di quell’elemento aggressivo e stradaiolo che ha fatto la fortuna di quel brano e, più in generale, dei primi due indimenticabili platter targati Maiden.
Da notare il piccolo accorgimento operato sulle lyrics, che in alcuni punti passano dalla seconda alla prima persona singolare, così da sposare il punto di vista diretto del fantasma; una minuzia per fans nerdacchioni come il sottoscritto, me ne rendo conto, ma comunque apprezzabile.

Si chiude, ahimè, con una nota agrodolce: sto scrivendo queste righe a poche ore dal triste decesso di Tina Turner, inconsapevolmente celebrata dai Ghost con la cover di “We Don’t Need Another Hero”, senza dubbio uno dei suoi maggiori successi.
Ebbene, sono lieto di affermare che le è stata resa giustizia: anche in questa occasione, la debordante vocalità della cantante non può essere replicata dal buon Forge, che saggiamente nemmeno ci prova, fornendo una reinterpretazione più vicina alle sue corde. La resa del brano, in generale, è impeccabile, con una linea di basso davvero efficace.

Phantomime”, come anticipato, vive di luci ed ombre, e non permette di sciogliere i dubbi circa lo stato di salute dei Ghost. Per ora può comunque andar bene così, ma urge una prova maiuscola in occasione del prossimo album.
Io ho fiducia.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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