Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:non disponibile
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. THE MONSTER INSIDE
  2. ONLY HEARTS DIE YOUNG
  3. NOTHING LAST FOREVER
  4. HIGH ON LOVE
  5. THE LABYRINTH
  6. THIS ISN'T NEW
  7. NORTHERN LIGHTS
  8. WHEN I'M GONE
  9. BROKEN SOUL
  10. TURN YOUR HEART TO STONE
  11. LITTLE WHITE LINES

Line up

  • Chris Rosander: all guitars and vocals, keyboards
  • P-O Sedin: bass
  • Magnus ”Grunna” Grundström: drums
  • Rasmus Fors: keyboards, organ, piano
  • Johan Sjödin: keyboards, organ
  • Anton Frengen: solo on “The Monster Inside”

Voto medio utenti

Bel passetto in avanti per Chris Rosander, artista emergente della scena svedese (ma va?) al suo secondo album intitolato “The monster inside”.
Chi già aveva apprezzato il debutto “King of hearts” ritroverà intatta la squisita pasta vocale della sua ugola (qualcosa tra Bobby Kimball e Göran Edman) e rileverà altresì un incremento importante nella qualità e nel dinamismo delle composizioni, focalizzate su quel misto di AOR, prog, jazz, soul, funk e R&B che ha reso celebre “gente” come Toto, Chicago e MTB.
Musica “sofisticata”, dunque, ma al tempo stesso pregna di una verve che rende efficace e appagante il trattamento di tutti i cliché del genere, sciorinati con pregevole ispirazione e intelligenza.
Il contributo di sfumature tipicamente hard-rock innerva un tessuto melodico assai accattivante ed è sufficiente ascoltare l’incalzante title-track dell’opera per essere conquistati dalla carica espressiva di Rosander e dei suoi pards, capaci, poi, di avvolgere i sensi dell’astante nel velluto crepuscolare di “Only hearts die young” e di assoggettarli con la pulsante e coinvolgente linea armonica di “Nothing last forever”, brano tra i più emozionanti dell’intero lotto.
High on love” e “The labyrinth” celebrano in maniera evidente (troppo?) l’arte leggendaria di Toto e Chicago, mentre “This isn't new”, pur senza sconfessare i principali numi tutelari del cantante scandinavo, aggiunge all’impasto un feeling elegiaco di notevole impatto emotivo.
I fremiti blues n’ soul di “Northern lights” arricchiscono di groove le partiture di una raccolta sonora a cui “When I'm gone” conferisce un gradevole afflato romantico e che con “Broken soul” dimostra come il rock melodico possa essere variegato e ombroso senza perdere di vista le necessarie proprietà adescanti.
In dirittura di arrivo della scaletta c’è ancora spazio per un’altra gemma di raffinata pressione melodica denominata “Turn your heart to stone” e per la scalciante “Little white lines”, una specie di fusione tra Dalton e Deep Purple Mark III.
The monster inside” è certamente un prodotto musicale superiore alla media, che conferma Chris Rosander tra le voci più interessanti della sua generazione, al momento probabilmente ancora un po’ troppo legato ai suoi inestimabili Maestri, ma a cui i fans del settore farebbero bene a garantire un’adeguata attenzione e un sacrosanto sostegno.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.