Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:32 min.
Etichetta:Wizard Tower Records

Tracklist

  1. IMMORTAL'S REQUIEM
  2. DAWN OF MIND
  3. SEVEN SIDED MIRROR
  4. UP THE TOWER
  5. BLACK SPIRE CURSE
  6. BLOOD BECOMES SAND

Line up

  • Kyle McNeill: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Son sicuro che solo il nome dei Seven Sisters sarà subito associato agli amanti del metal classico ad un grande senso di piacere, dato che il loro ultimo album 'Shadow Of A Fallen Star Pt. 1', uscito sul finire dello scorso anno, ha riscosso un responso assolutamente positivo, finendo nella top di fine 2021 di molti, assieme ad altri come Tentation, Vulture e The Night Eternal. E per la loro fecilità, proprio il chitarrista e cantante dei Seven Sisters, Kyle McNeill, ha lanciato una band tutta sua, i Phantom Spell, pubblicando il debut 'Immortal's Requiem'.

Attenzione però,non stiamo parlando di una band clone, anzi, seppur McNeil riprenda in maniera anche abbastanza netta le influenze di giganti come gli Iron Maiden, sopratutto quelli dell'epoca Di'Anno, non manca qualche virata progressive con l'uso di tastiere e atmosfere più sognanti e mistiche che si ammalgano molto bene ai momenti invece più diretti e prettamente heavy metal. Seguendo poi le stesse parole di McNeil, il disco in sè è stato pensato come un vero e proprio tributo alle grandi band progressive del passato, e nell'ascolto già a partire dall'onirica Titletrack si può subito aver conferma di ciò.

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Non aspettatevi riff straordinariamente veloci, parti speed metal, o qualunque cosa del genere. 'Immortal's Requiem', nei suoi 32 minuti di durata, può essere intesto come un vero e proprio viaggio tra gli anni 70' e gli anni 80', in un continuo intreccio temporale che non disorienta quasi mai, e la bellissima 'Blood Becomes Sand' rappresenta alla perfezione questo concetto. 'Dawn Of Mind' invece si orienta più su cavalcate come detto stile Maiden, chiamando a sè anche i Tarot, con un sottofondo di tastiere davvero ben calibrato e mai spropositato. 'Black Spirits Curse', pezzo strumentale, si erge per la sua capacità di riuscire a tenere alta l'attenzione con uno magistrale di tutti gli strumenti, dove nessuno sovrasta l'altro. Ottima anche la cover di 'Moonchild' di Rory Gallagher, rivistata in chiave heavy metal.

Possiamo quindi dire come McNeil abbia sicuramente fatto centro, producendo un album le cui sonorità sono interessanti e non ripropongono la solita minestra riscaldata come spesso avviene, o perdendosi in passaggi non omogenei tra loro. Una delle più belle soprese di questo 2022, che non finisce ancora di stupire, non perdetevelo.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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