Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:64 min.
Etichetta:Massacre
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. KATHARSIS
  2. UNHALE
  3. SUCIDAL SAVIOUR LIES
  4. VIOLATED
  5. INJECT REJECT
  6. REVELATION
  7. BORROWED TIME
  8. DETONATION
  9. INNER EGO
  10. TIME TO ACT
  11. TORN
  12. DIVINE INTENSIONS (OUTRO)

Line up

  • Paul Schöning: vocals
  • Daniel Antonsson: guitars
  • Lennart Specht: guitars
  • Thomas Antonsson: bass
  • Esko Salow: drums

Voto medio utenti

A dover giudicare solo dalla cover (come d'altronde si è soliti fare davanti a cd di gruppi di cui non si è mai sentito parlare), questi Pathos non avrebbero mai attirato la mia attenzione, facendomi pensare a chissà quale brutal metal band del ghetto newyorchese.
Per fortuna è bastato un primo superficiale ascolto per ravvedermi sulle mie iniziali prese di posizione e un secondo ascolto per reputare questo Katharsis un disco di grandissimo valore.
Terza realizzazione della band svedese, l'album in questione è un ottimo incrocio tra heavy e thrash, caratterizzato dal possente lavoro delle chitarre ritmiche, massicce e quadrate, a costruire articolati ma orecchiabili riff sostenuti egregiamente da una potentissima e martellante sezione ritmica. Una band che viene subito alla mente da un primo ascolto sono sicuramente i Nevermore, soprattutto quelli di Dead Heart in a Dead World, visti i numerosi punti di contatto con la band di Dane e compagni, dall'uso della 7 corde, alla lodevole ricerca di melodie mai scontate e accattivanti, aspetto questo che conferisce uno spiccato carattere di personalità e originalità ai Pathos.
Non manca neanche una certa vena cupa e malinconica (rappresentata per lo più dal cantato), armoniosamente accompagnata al lato più violento e aggressivo della band, molto spesso al limite del thrash più recente di migliore fattura.
La struttura dei brani risulta sempre molto complessa e ben amalgamata dall'articolato lavoro dei singoli strumenti votati al raggiungimento di un potente ed incisivo risultato finale, decisamente quanto di meglio si possa chiedere nel genere.
Produzione e registrazione, entrambe ben curate nei particolari, conferiscono un ulteriore punto a favore di questo album dall'indiscussa validità.
Lontani dal solito calderone di band già sentite e tutte uguali, i Pathos meritano l'attenzione di chiunque sia alla ricerca di sonorità fuori dai consueti e ripetitivi standard del power odierno e ricerchi quella giusta dose di apertura e innovazione della quale spesso si sente la mancanza.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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