Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:54 min.
Etichetta:Limb Music

Tracklist

  1. JUDGEMENT DAY
  2. THE ENFORCER
  3. CONQUERING THE WORLD
  4. KNUTSON II: (ONYL A MOTHER’S) LOVE IS FOREVER
  5. HEAVENS FALL
  6. NEW HORIZONS
  7. SINS OF THE DAMNED
  8. THE SCAVENGER’S DAUGHTER
  9. BARBARIANS AT THE GATE
  10. WAR OF THE GODS (PART I)
  11. HAMMERHEAD (BONUS TRACK)

Line up

  • Mr. Stahl: vocals
  • Mr. Gellner: drums
  • Mr. Lang: bass
  • Mr. Coldsmith: guitars

Voto medio utenti

Riecco i Masters Of Disguise, con tutti i loro evidenti rimandi e espliciti omaggi ai Savage Grace, e non solo per via della loro cover di "Sins of the Damned" ma, come già ricordato in precedenza, pure dal nome del gruppo, e ora sottolineato dal titolo del loro secondo album e persino nell'immagine di copertina, una rivisitazione di quella di "After the Fall from Grace", con tanto di comparsata dell'immancabile agente Knutson, cui è nuovamente dedicata anche una canzone.

Rispetto al precedente "Back with a Vengeance", il Power & Speed tipico della formazione statunitense cede ulteriore terreno a quelle sonorità maggiormente influenzate dal Power Teutonico, per quanto il tutto sempre fortemente ancorato agli anni ottanta. L'opener "Judgement Day" è un brano dove la lezione degli Iron Maiden viene energizzata e prende velocità, poi ne la successiva "The Enforcer" e nemmeno "Knutson II: (Onyl A Mother’s) Love Is Forever" o "Heavens Fall" danno l'impressione di voler alzare il piede dall'acceleratore, con le novità che si fanno più evidenti su episodi come "Conquering the World" o "New Horizons" (in alcuni passaggi un po' prolissa) con spunti che spaziano tra Accept e Hammerfall, mentre c'è ben poco movimento da rilevare nella Power ballad "The Scavenger’s Daughter" e ancor meno fantasia nella spedita "War of the Gods" che ricorda, e non poco, gli Iced Earth.
Quasi in controtendenza incrociamo la cover piazzata in chiusura del disco, uno dei classici minori della scena Speed & Thrash Metal a stelle e strisce, infatti, i nostri sono andati a scomodare nientemeno che i Flotsam And Jetsam e la loro "Hammerhead", in una versione particolarmente riuscita dove Alexx Stahl dimostra di saper tenere testa a Eric A.K. Knutson (ehm, chissà se il cognome del cantante dei Flots è solo una coincidenza...) e questo non è certo da tutti.

Un po' come avvenne per il già citato "After the Fall from Grace" (rispetto all'esordio "Master of Disguise"), anche ora "The Savage and the Grace" non riesce a andare oltre i livelli del suo predecessore. Non credo però di sbagliare pensando che, a differenza di quanto purtroppo avvenuto per i Savage Grace, ai Masters Of Disguise non mancheranno altre occasioni per provare a superarsi.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 mar 2015 alle 15:33

I Savage Grace sono tra i miei gruppi preferiti all time, pero' questi non ho avuto mai il coraggio di sentirli, non so perche'....

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