Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:72 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. OUR EPIC ATTEMPTS
  2. LONG DISTANCE HELL
  3. FIELD SONGS
  4. PENNY CANDLE
  5. NO CONFIDENCE
  6. STRING THEME
  7. KILL EVERYONE
  8. GROWING DIVIDE
  9. PIGMENTS
  10. GOLDEN SAIL
  11. A LIFE LESS MELANCHOLY
  12. TAKEN BY THE HAND
  13. CONTRA MUNDUM
  14. DARKNESS INTO LIGHT
  15. WATER TOWER
  16. SOUNDS OF HORROR
  17. PROTEST STREETS
  18. THE WIDENING GYRE
  19. MILLENNIUM ACTRESS
  20. SALT IN YOUR EYES
  21. ENGLISH MAGIC
  22. CALM AS THE VALLEY

Line up

  • Conrad Keely: vocals, guitars, keyboards, piano, programming
  • Jason Reece: vocals, drums, guitars
  • Alec Padron: bass, percussion, drums
  • Ben Redman: guitar, drums, percussion
  • A.J. Vincent: vocals, keyboards, percussion
  • John Dowey: guitars, additional vocals

Voto medio utenti

Non si sa mai bene cosa aspettarsi da Conrad Keely, e il nuovo - e quadrifonico - “Bleed Here Now” ne è la plastica dimostrazione.

Gli oltre settanta minuti di musica contenuti nel full-length suonano particolarmente ispirati, nonostante una massiccia presenza di interludi che, oltre a “cubare” un totale di ventidue tracce, sono in buona parte trascurabili (“String Theme”, così come “Sounds Of Horror”, hanno titoli che dicono già tutto e nulla aggiungono al lavoro nel suo complesso).

Le influenze sono come sempre molteplici. Si passa dall’epicità di “Our Epic Attempts” (un po’ “BE” dei Pain Of Salvation), al pop più solare carico di ottime tastiere (“Penny Candle”, “Contra Mundum”), dalle sonorità acustiche e bucoliche (“Growing Divide”, “English Magic”) agli episodi più densi e lisergici (“Golden Sail” o “Taken By The Hand”, di memoria sabbathiana).

A volte sembra di ascoltare i Dear Hunter (“Water Tower”, “Millennium Actress”), ma la personalità dei Trail Of Dead emerge con forza in tanti altri brani imprevedibili (penso al punk di “Kill Everyone” o a “Salt In Your Eyes”, tra brit rock, pop punk e grunge).

Personalmente, avrei preferito una versione “più asciutta” di “Bleed Here Now”, ma sulla sua bontà non c’è davvero nulla da discutere.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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