Copertina 9

Info

Demo
Anno di uscita:2003
Durata:37 min.

Tracklist

  1. WARMONGER
  2. UNDER SIEGE
  3. HATRED IS MY STRENGHT
  4. SON OF A KING
  5. THE SHADOW OVER INNSMOUTH
  6. METALLIAN

Line up

  • Alex Mereu: vocals
  • Carlo Olla: guitars
  • Ivano "Muad 'Dib": guitars
  • Andrea Mucelli: bass
  • Giacomo Macis: drums

Voto medio utenti

Grande bel lavoro quello dei sardi Holy Martyr, che assieme ai Bejelit di "Bones and Evil" vanno ad imporsi nella mia top ten demo degli ultimi anni. La proposta della band è rigorosamente retrò e dichiaratamente nostalgica: un epic/heavy possente e articolato, senza quelle fastidiose tastiere pop alla "People from Ibiza" che impazzano negli ultimi anni. E proprio da questi trend musicali i cinque sardi vogliono prendere le distanze, specificando: "Beware the hollywood metal! We don't support this kind of epic trend metal!". "Hatred and Warlust" si apre con la imponente "Warmonger", un brano sostenuto che alterna sfuriate a momenti tipicamente epic metal vecchio stampo, nel quale emergono appieno le potenzialità della band, così come la buona preparazione tecnica. La produzione, forse solo un po' chiusa per quanto riguarda la batteria, è comunque perfetta per il sound e il genere degli Holy Martyr, che ci deliziano con una "Under Siege", affascinante manifesto di un puro epic metal mai morto. Dalle squisite armonizzazioni di "Hatred is my Strenght" alla toccante "Son of a King" (che potrebbe essere uscita da un "Hail to England"!!), gli Holy Martyr riescono a commuovere l'ascoltatore e a riportarlo indietro nel tempo sino al biennio '83/'84, indubbiamente il migliore per la storia dell'epic metal. A chiudere il demo ecco "Metallian", inno alla causa del vero heavy metal, nel quale la band rimarca ancora una volta la propria lontananza dai trend imperanti e imposti dal metal biz. "Hatred and Warlust" è un demo pressoché perfetto, squisitamente vivo e dannatamente sincero come ce ne sono pochi altri in giro, per una band che si può solo odiare o amare follemente, così altri loro illustri predecessori (qualcuno ha detto Manowar?). Quello che è importante sottolineare è come, nonostante il dichiarato amore (che si fa sentire) per i mostri sacri dell'epic metal, dai Manilla Road agli Omen, gli Holy Martyr conservino una loro forte personalità. Se ancora non lo avete, fate assolutamente vostro questo piccolo capolavoro, e aiutate la band (e me) in questa "crusade against the Hollywood power trend metal!".
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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