Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:non disponibile
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. RISE IN RUINS
  2. IN SPIRIT IN SPITE
  3. SARIN
  4. THE ACRES/THE ACHE
  5. THE HALF RISING MAN

Line up

  • Mathieu J. Vandekerckhov: guitars
  • Scott Kelly: guitars, vocals
  • Colin H. Van Eeckhout: vocals, bass
  • Iggor Cavalera: drums

Voto medio utenti

Non posso certo reputarmi un amante delle cosiddette "superband" ed in generale questa tipologia di progetti non hanno su di me quell'effetto elettrizzante che invece colpisce moltissimi fa, ma devo ammettere che fin dal suo annuncio il progetto Absent In Body ha perlomeno solleticato la mia curiosità: d'altronde vedere riuniti sotto la stessa egida personalità come Scott Kelly (Neurosis), Mathieu J. Vandekerckhov e Colin H. Van Eeckhout (Amenra) e Igor Cavalera (ex Sepultura) non capita tutti i giorni. L'idea dietro a questo album di debutto "Plague God" ha avuto una gestazione piuttosto lunga dal momento e risale al lontano 2017, quando Kelly e Vandekerckhov ebbero l'idea di questa collaborazione a cui ben presto si è aggiunto Van Eeckhout che solamente oggi si concretizza in un full length, nel quale confluiscono in maniera piuttosto bilanciata tutte le caratteristiche delle band madri dei due mastermind. Le canzoni della tracklist infatti ripropongono le atmosfere plumbee e lo spleen esistenziale tipici della produzione targata Amenra, in cui le vocals disperate di Colin si muovono con gran disinvoltura, ed in parte ricalcando le parti quasi recitate che talvolta si ritrovano nella musica dei belgi e si amalgamano molto bene anche al sound pachidermico e catartico che invece è da sempre il trademark di Kelly e dei suoi Neurosis a cui moltissime band post-metal e sludge hanno attinto a piene mani. A rendere questa compenetrazione artistica ancor più interessante ci pensa un mood industrial dal suono freddo e tagliente dato dalla sezione ritmica di Igor Cavalera, il quale, ben lontano dalle sfuriate thrash/death che lo hanno reso celebre con i Sepultura, si esibisce in pattern ipnotici che mesmerizzano l'ascoltatore e che riescono a sottolineare l'inquietudine di fondo che permea "Plague God", coadiuvato anche talvolta da disturbanti synth.
Gli Absent In Body si rivelano quindi un progetto interessante e ben riuscito da cui traspare evidentemente come le personalità coinvolte provengano dallo stesso background ma anche come abbiano sviluppato qualcosa di personale ed unico nelle proprie band madri: "Plague God" mostra la volontà di far confluire queste esperienze e questi stili in un qualcosa che si ponga come sintesi delle visioni musicale di Kelly e Vandekerckhov con l'aggiunta di qualche elemento di novità, mettendosi in gioco e senza la volontà di prevalere uno sull'altro. Brani come "The Half Rising Man" o "In Spirit In Spite" rappresentano appieno quanto appena espresso.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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