Copertina 4,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:64 min.
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. A SECOND CHANCE
  2. RESURRECTION
  3. WILDEST DREAMS
  4. INTO THE MIRROR
  5. EMBRACE THE UNKNOWN
  6. MY CONFESSION
  7. SEA OF CHANGE
  8. SHAPES OF A FRAGILE MIND
  9. HEARTS IN THE SAND
  10. HOUSE OF PAIN
  11. REMEMBER MY NAME
  12. OUT IN THE RAIN

Line up

  • Steve DiGiorgio: bass
  • Mark Zonder: drums
  • Chris Caffery: guitars
  • Fabio Lione: vocals

Voto medio utenti

Mamma mia che brutta roba. Ma andiamo con ordine.

In un incrocio di talenti mica da ridere, orchestrato dalla nostrana Frontiers, la label riuscì ad assemblare nel 2017 un ‘supergruppo’, a nome Spirits of Fire, con nomi davvero da capogiro: Chris Caffery alla chitarra e alla stesura dei brani, Steve DiGiorgio al basso, Mark Zonder alla batteria e Tim ‘Ripper’ Owens dietro il microfono, mica pizza e fichi! Tale popò di line-up diede vita al debut omonimo nel 2019, prima di cambiare cantante, acquisire nientemeno che Fabio Lione e ripresentarsi, in questo 2022, col qui presente “Embrace the Unknown”.

Ora, se volessi riassumerlo in parole povere, questo è un album composto da canzoni fiacche, arrangiate poco e niente, in cui la quantità di SPRECO DI TALENTO (visti i nomi) è intollerabile. A tutto questo aggiungi che prima mi licenzi Ripper, poi mi assumi Lione e gli dici praticamente di fare il verso a Ripper, facendolo cantare ‘cattivo’ ma al contempo mantenendo quel vibrato esagerato à la Al Bano, che personalmente trovo fuori tempo massimo da qualche decennio (ma questo è un problema del recensore), il tutto all’interno di un album che invece fa della ‘cazzimma’ la sua quota stilistica, sbandierata in interviste, comunicati stampa e quant’altro. E d’altronde, mi devo ripetere, quando hai gente come DiGiorgio, Zonder e soci in giro, il minimo che ti aspetti è un disco funambolico, tecnico, sicuramente non banale, mi si parla addirittura di “classic Priest meets Savatage” (cit.). Tutte qualità che “Embrace the Unknown” NON possiede.

Dodici brani, tutti pericolosamente simili l’uno all’altro, troppo semplici nella struttura e nell’arrangiamento, con linee vocali dimenticabilissime, assoli appena decenti, e strutture ritmiche talmente semplici e scontate che ti mangi le mani a pensare a chi le sta suonando: è un po’ come prendere la Ferrari per andare alla Coop a comprare i cetrioli! E poi, non me ne voglia, ma Lione in questo disco è decisamente fuori contesto: quel timbro non gli appartiene, non suona genuino (colpa sicuramente non sua), ed il risultato è un’oretta di musica in cui ti ritrovi a pensare, “ma perché diavolo le canta tutte così”, oppure “ma perché cavolo gliele fanno cantare tutte così”, oppure ancora “ma perché cavolo hanno preso lui se volevano un cantante così”, oppure infine “ma perché cavolo sto ascoltando ancora sto disco”…

Niente. Non ci siamo proprio. Che spreco, che peccato.




Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino
Album assolutamente piacevole !!!

Non sono per niente daccordo con la tua recensione......Ultimamente sei particolamente acido e poco obiettivo, ma ti voglio bene lo stesso mitico Sbranf !!! :-))))))) . Il mio voto è 7/10.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 feb 2022 alle 11:46

Anch'io voglio bene a Metal 73 e a tutti quelli che, pur avendo opinioni diverse, non si azzannano alla gola. Viva le opinioni diverse!

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.