Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:43 min.
Etichetta:Ossuary Records

Tracklist

  1. CALL OF THE ABYSS
  2. LURKING FEAR
  3. WOE
  4. WILDERNESS
  5. CRAWLING TO THE TOMB
  6. IN VAIN
  7. UNDER THE FLAME

Line up

  • Mikołaj Kupczyński: drums
  • Maciej Chodynicki: bass
  • Marcin Grygoruk: guitars
  • Karol Pogorzelski: vocals, guitars

Voto medio utenti

"Verso ciò che è sconosciuto, dentro l'abisso..."

Con queste parole i Death Has Spoken ci introducono all'ascolto del loro full lenght, "Call Of The Abyss" appunto, pubblicato nel Novembre dello scorso anno. Già dal nome della band il genere dovrebbe esser chiaro, un doom/death metal che ad ogni singola nota colpisce in faccia l'ascoltatore, facendolo guardare dentro il proprio abisso, giustificando il nome dato all'album.

Sono stati compiuti in effetti passi da gigante rispetto al precedente "Fade", uscito ormai quattro anni fa, non un cattivo lavoro anzi, ma che necessitava di esser rivisto sotto molti aspetti, sopratutto dal punto di vista della produzione. Firmato un contratto quindi con la Ossuary Records, la band si è messa subito al lavoro per dare alle stampe il successore, e confermare quelle buone aspettative già intraviste precedentemente. Aspettative che, senza troppi giri di parole, sono state confermate.

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Con testi basati su tematiche riguardanti Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft, il senso di malinconia, oscurità, mistero e tristezza che pervade "Call Of The Abyss" è sicuramente ispiratissimo, e tale ispirazione si sente perfettamente nella lunga "Crawling In The Tomb", dall'andamento pregno di disperazione. Citando Dante, lasciate ogni speranza o voi che entrate, perchè fra le varie "Lurking Fear", o la inquietante "Woe" non troverete un solo spiraglio di luce a farvi compagnia. Citavo la produzione non proprio eccelsa di "Fade". Ecco, in "Call Of The Abyss" questo problema non sovviene, dove tutti gli strumenti sono protagonisti, e anche in pezzi magari eccessivamente lunghi come "Under The Flame" o la Titletrack, la maturità raggiunta dai Death Has Spoken è sempre palbabile.

C'è ancora da lavorare quindi per la band polacca? Indubbiamente, ma come detto più volte, la band arriva al secondo album con una accortezza nel songwriting cresciuta sempre più, e se i risultati sono questi, sarà lecito aspettarsi ancor di più dal terzo album, solitamente quello più importante nella carriera di un gruppo. Staremo a vedere dunque, intanto io spengo le luci e mi immergo nuovamente nell'abisso...

Recensione a cura di Francesco Metelli

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