Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:44 min.
Etichetta:Les Acteurs de l'Ombre Productions

Tracklist

  1. APOCATASTASE
  2. COLLUDIUM
  3. THE DISSOLUTION AND ETERNAL EXTASY IN THE EMBRACE OF SATAN
  4. THE PILLAR OF THE SNAKE
  5. TRIUMPHANT BLACK FLAME
  6. AT THE ALTAR OF INFINITE NIGHT

Line up

  • Analyser: guitars
  • Daemonicreator: vocals, synths
  • IX: drums
  • Lord Khaos: guitars

Voto medio utenti

Sfruttando una classica frase fatta, possiamo dire che il 2021 si chiude con il botto.
"Apocatastase", quarto album dei marsigliesi Corpus Diavolis, è, alle mie orecchie, un album letteralmente devastante e spettacolare.
Il processo di allontanamento dal black metal di scuola nordica iniziato con il precedente "Atra Lumen" giunge, finalmente, a compimento: "Apocatastase", parola greca che significa reintegrazione o ritorno allo stato naturale delle cose, è, infatti l'album più maturo, complesso e ambizioso mai composto dai Nostri.
I Corpus Diavolis danno vita ad un suono possente, magniloquente, finemente arrangiato ed oscuro fino nel profondo, riuscendo a mettere in musica il loro concept satanista attraverso la commistione di ritualismo, brutalità, velenose melodie dal gusto "carnale" e stratificazioni musicali di altissimo livello compositivo.
All'interno dell'album non troverete nessuna "moda" e nessuna concessione al mercato.
Qui dentro tutto è maledettamente serio: il frontman Daemonicreator appartiene alla Alliance Mystique de Satan Glorifié, una associazione spirituale/religiosa di matrice satanica, motivo per cui la proposta musicale del gruppo non poteva, certo, risultare falsa o, peggio, superficiale, anzi, la reale appartenenza ad una certa sfera fa si che "Apocatastase" risulti essere un album terrificante, dalle atmosfere apocalittiche, e affascinante nella sua estetica avanguardistica (costantemente bilanciata dalla violenza) che trova sfogo in una prestazione strumentale, e vocale, mai uguale a se stessa e ricchissima di dettagli e di sapori che la rendono dannatamente asfissiante e maligna.
La magnifica produzione di George Emanuel dei Rotting Christ, capace di esaltare in particolare le inquietanti tastiere e la metronomica batteria di IX, non fa altro che amplificare il potere di un lavoro maleodorante di zolfo che rappresenta, in musica, un vero e proprio rituale religioso che, per forza di cose, dal vivo sarà in grado di distruggere ed annichilire lo spettatore.
A prescindere se siate credenti o meno, in queste note dimora il demonio ed "Apocatastase" è una delle sue migliori glorificazioni che mi sia mai capitato di ascoltare.

Arte Satanica.

Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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