Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. ARCHANGEL OF DEATH
  2. WILD HEARSES
  3. CRUCIFIX (I BURN FOR YOU)
  4. BRING ME HIS HEAD
  5. MAUSOLEUM
  6. THE FUNERAL PYRE
  7. COLD AS A TOMBSTONE
  8. LOUISE
  9. NIGHTMARE
  10. ORION
  11. PHOBOS

Line up

  • Johanna Sadonis: vocals
  • Nicke Andersson: guitars, drums
  • Martin Nordin: guitars
  • Linus Bjorklund: guitars
  • Harald Gothblad: bass

Voto medio utenti

Ecco che durante la cosiddetta “festività di Halloween” uscire il nuovo parto discografico di questi hard rockers.
La band capitanata da Johanna Sadonis può contare sull’aiuto del coniuge Nicke Andersson entrato in formazione nel 2017; un personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni, ha scritto la storia del metal estremo ed è stato uno degli alfieri della cosiddetta ondata “Scan rock” sul finire dei nineties.
Ora il quintetto torna a distanza di un anno ritorna con il quarto capitolo confermando il proprio amore per le sonorità seventies.
Si parte col mid tempo di “Archangel of death”; un brano dall’anima soul con un bel giro di chitarra e la sempre più fascinosa voce della singer tedesca; il solo è bruciante e bluesy.
Wild hearses”, è un brano in odor di Sabbath, basta sentire il riff iniziale che sembra strappato dalla scrittura del buon Tony Iommi.
Mi tempo che agisce sul dualismo piano/ forte, dove la Sadonis ha gioco facile nell’alternare toni più sussurrati a esplosioni canore con un bel ritornello.
Un pezzo che corroborato da una produzione calda splende condito da un assolo hard.
In “Mausoleum” la band sfodera il mood dark, basta sentire l’intro di organo; grande brano hard che splende oscuramente.
La bio cita i B.O.C. fra le influenze dei nostri e c’è da dire che ascoltando questo brano centra l’obbiettivo, perché si sente tutta l’influenza della band di Roeser, Bloom, Bouchard e compagnia.
The funeral pyre”, è una breve strumentale di neanche due minuti con arpeggi acustici e un’atmosfera progressive e sognante, corredata da un bel tappeto di tastiere e piano.
La successiva “Cold as a tombstone”, è un hard cadenzato con un bel riffing scuro e la voce della bionda cantante sensuale come sempre.
C’è da dire che i ritornelli in questo disco sono tutti cantabili e venati di soul anni 60, forse per sfruttare l’airplay radiofonico; scelta giusta ma che non tolgono nulla all’economia delle composizioni.
Gran bel ritorno, caldo, sexy e melodico; si sexy e non mi vergogno a dirlo perché la musica proposta dai nostri è venata di sensualità con graffi bluesy e tanta passione.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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