Già autori di un EP omonimo uscito nel 2019, i finlandesi
Thy Row tornano sulle scene neanche due anni dopo con il loro debut album
“Unchained”, riuscendo a mantenere integra tutta l’energia e l’aggressività presente nella release precedente. Con un bel miscuglio di tanti generi, spaziando dal rock sporco di Skid Row e Guns N’ Roses, alla melodia heavy metal di altre band come Scorpions e Def Leppard, i
Thy Row mettono subito in mostra le loro capacità.
Quello che riesce meglio a questi cinque ragazzi, è il saper mescolare con un’attenzione non da poco sonorità moderne ad altre che sapranno sicuramente accontentare coloro che sono ancorati fortemente ai bei vecchi tempi (compreso il sottoscritto).
Nel primo caso rientrano
“Just Fine” e
“The Round” con i loro riff in your face, e dove svetta fra tutti la voce graffiante di
Mikael Salo, che in certi tratti ricorda quella del Sebastian Bach degli anni d’oro. Ci troviamo invece catapultati immediatamente trent’anni fa nel rock stradaiolo con pezzi come
“Road Goes On”, che spinge anche lei sull’acceleratore, e con la semiballad
“Down On My Knees”, dove tutta la band contribuisce a scrivere una delle canzoni migliori dell’album con un grande pathos, complice la bravura dei due chitarristi
Jusssi Laulainen e Ville Vase nel creare assoli mai scontati e ripetitivi. Chiude il disco una trilogia intitolata
“The Downfall”, che termina l’ascolto del disco nel migliore dei modi, con parti di chitarra che si alternano tra l’heavy metal più puro e parti melodiche che non stonano assolutamente, da citare fra tutti e tre i pezzi la seconda parte,
“Beyond Reason”, con degli assoli mica male.
Ottimo debutto per i
Thy Row, che mostrano di avere tantissima energia che speriamo possa durare ancora per molto. Se i futuri risultati saranno dischi pieni di ispirazione come
“Unchained”, ben venga.
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