Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:47 min.
Etichetta:Metalville Records

Tracklist

  1. VAMPIN’
  2. SOUL BREAKER
  3. CMON
  4. MAMA DON’T REMEMBER
  5. RADIO ON
  6. SOHO CRAWL
  7. DEVIL’S GOLD
  8. RUSSIAN DOLL
  9. GREAT BIG LOVE
  10. WASTED
  11. HAD ME AT HELLO
  12. TWENTY ONE

Line up

  • Lee Aaron: vocals
  • Sean Kelly: guitars
  • Dave Reimer: bass
  • John Cody: drums

Voto medio utenti

Si è spesso dibattuto, in maniera anche un po’ pretestuosa e superficiale, sul concetto di hard-rock “al femminile” e sul contributo delle donne a una “causa” ritenuta prettamente maschile.
Ebbene, sono certo che anche il più “sciovinista” dei rockers, di fronte alla discografia di Lee Aaron sarà “costretto” ad ammettere che la canadese ha avuto un ruolo tutt’atro che marginale nella storia della nostra musica preferita, sfruttando ad arte, all’occorrenza, le armi della seduzione e dell’ammiccamento erotico, ma mantenendo al contempo livelli artistici di notevole spessore.
Metal, hard, pop, AOR e addirittura jazz sono stati gli strumenti stilistici utilizzati con scaltrezza dalla Aaron per esporre la sua duttile, potente e sensuale ugola e da quando la nostra è ritornata a frequentare i battuti sentieri del rock duro non c’è stata la benché minima ombra di flessione espressiva, circostanza confermata da questo nuovo “Radio on!”, un dischetto che, pur nella sua “semplicità” stilistica, s’impone con una certa prepotenza nel panorama musicale odierno.
Abbiamo, infatti, a che fare con un lavoro che nella “prevedibilità” dei contenuti si distingue per la verve e la partecipazione emotiva di una voce altamente comunicativa, impegnata in una collezione di eccellenti canzoni, in grado di spaziare tra le varie sfumature del genere con classe e sensibilità.
L’impatto istantaneo di “Vampin’”, degno delle Heart degli esordi, è un eccellente “biglietto da visita” dell’albo, al pari della successiva “Soul breaker” che aggiunge una raggiante melodia a un’interpretazione vocale in grado di far provare un “brividino” speciale a tutti gli estimatori di Ann Wilson (e Pat Benatar).
Cmon” tenta di farsi spazio nella “radiofonia” contemporanea con buone dosi di qualità e intelligenza, mentre con il groove incalzante di “Mama don’t remember” il programma riprende a frequentare climi sonori più viscerali, sostenuti dal solo Blackmore-iano dell’ottimo Sean Kelly.
Giunti alla title-track, si comprende quanto possa essere ancora efficace una trama hard-southern quando è scritta e interpretata con la giusta ispirazione e lo stesso si può affermare, spostando la lente stilistica su temi più esplicitamente blues n’ roll, parlando di “Soho crawl”, un coinvolgente numero di strisciante e ammiccante caligine sonica.
L’intensa e magnetica “Devil’s gold” (bello il finale vagamente alla Derek and the Dominos) conferma lo “stato di grazia” di Lee, e se il R'n'RRussian doll” e la cadenzata “Great big love” sono gradevoli “riempitivi, “Had me at hello” arde di adescanti scosse funky e “Wasted” e “Twenty one” grondano di miele e tensione sentimentale, un’altra delle tante “specialità della casa” di Mrs. Karen Lynn Greening.
A volte ci vuole una donna per eccellere in quello che gli uomini credono di fare meglio” … le parole di Share Pedersen delle Vixen (dette ai tempi del loro successo), suonano in qualche caso meno esagerate e forzate di quanto si possa pensare … al di là di ogni altra futile considerazione, Lee Aaron è ancora oggi una credibile, grintosa e talentuosa rappresentante del settore, una di quelle dotate di un certificato di autenticità artistica che non ha data di scadenza e in cui la specificità del “sesso” non è richiesta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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