Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:42 min.
Etichetta:Dockyard1
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. ESCAPING THE POISONED HANDS OF DESPAIR
  2. WHERE EAGLES TURN
  3. DEAD END STREETS
  4. STANDING AT THE GATES OF FAILURE
  5. COLDHEARTED
  6. BREATHE THE DISEASE
  7. ANNIHILATION
  8. LEFT IN TORMENT
  9. SLAY THE FIRSTBORN
  10. THE ORCHESTRA OF DEATH
  11. THE PATH OF THE DEAD
  12. THIS FUCK YOU IS MY LAST GOODBYE

Line up

  • Niller: drums
  • Jason Campell: vocals
  • Laurits Medom: vocals
  • Soren Hvidt: bass
  • Martin Olsen: guitars
  • Martin Goltermann: guitars

Voto medio utenti

Circa tre anni addietro, i danesi As We Fight pubblicarono " Black Nails And Bloody Wrists ", primo full lenght della loro carriera; si dimostrò un buon debutto, come da me recensito su queste stesse pagine. Un platter a base di metalcore e swedish death, che non dettava legge sul piano dell'originalità o della freschezza ma offriva comunque scampoli di piacere. Un sound granitico, con un certo gusto per le melodie, mai troppo zuccherose, ed una carica adrenalinica davvero rimarchevole. Questo nuovo lavoro, intitolato " Nightmare Tornado ", segna il ritorno del sestetto nel mercato musicale che, come ovvio, è decisamente cambiato rispetto al 2004. Difatti, sono gli stessi As We Fight a capire l'antifona, spostando il loro sound su coordinate più violente, a cavallo di un certo death metal svedese che tanti proseliti ha fatto nel corso degli anni. La vena hardcore, seppur metallizzata, è andata scemando e gli unici rimandi sono da cercare nei vocalizzi di Laurits Medom e Jason Campell, due ugole abrasive e grezze. Per il resto, la band ha sposato la filosofia della violenza, mai fine a se stessa, ricordando in molti frangenti gli american gods Bleeding Through ( soprattutto dopo il capolavoro " The Truth " ). Certo, gli americani hanno più classe, sia nelle linee vocali ( Schiappati è un piccolo fenomeno nel genere ), sia negli arrangiamenti, ciò non toglie che questi As We Fight hanno tutte le carte in regola per intagliarsi un ruolo ben preciso nel panorama estremo mondiale. Altro passo in avanti è la cura per certi solos di chitarra: per chiarirci subito, un brano come " The Orchestra Of Death ", tre anni fa non sarebbero stati capaci, non solo di comporlo, ma neanche di immaginarselo. Quindi, promozione a pieni voti per questa bella realtà.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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