Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:53 min.
Etichetta:Dark Descent Records

Tracklist

  1. GUARDIANS OF DEATH
  2. ROGYAPA
  3. ANCESTRAL WATERS
  4. ERUDITE DECOMPOSITION
  5. UNDER THE MEGALITH
  6. DEMONS OF THE SAND
  7. INTERLUDE
  8. EXHUMATION RITES
  9. KINGDOMS BEYOND KALLASH

Line up

  • D: Drums, Percussion
  • Y: Vocals, Guitars, Sitar, Saz, Lyrics
  • T: Guitars, Bass

Voto medio utenti

Devo ammettere che non è stato per nulla semplice approcciarsi al nuovo lavoro dei Grave Miasma e che c'è voluta una dose supplementare di ascolti prima di poter riordinare le idee e le sensazioni trasmesse dal nuovo “Abyss of wraithful deities”.

La band londinese non è mai stata un mostro di prolificità – son passati ben otto anni dal full lenght di debutto “Odori sepulcrorum” e cinque dallo spettacolare EP “Endless pilgrimage” - ed è facile intuire come la loro nuova fatica fosse uno dei dischi fortemente attesi di questa prima parte del 2021 non solo dal sottoscritto (nonché dagli altri redattori che si occupano di death e affini) ma anche da coloro che seguono abitualmente ciò che avviene nella galassia death metal.

Man mano che scorrono i minuti di “Abyss of wraithful deities” ci rendiamo conto di come i Grave Miasma siano maturati senza rinnegare il loro stile musicale che affonda le radici nel metal estremo nato nel secolo scorso, riprendendo ed attualizzando le sulfuree atmosfere imbevute di malvagità partorite dalla mente di Morbid Angel e Incantation, le armonie luciferine di marca black metal a la Rotting Christ degli esordi, tessendo ordinate trame, complesse quanto imprevedibili, che richiedono all'ascoltatore una attenzione partecipe per poter essere pienamente seguite ed apprezzate.

Per oltre cinquanta minuti rimaniamo avviluppati da spire sinuose, in una atmosfera magniloquente e apocalittica, dissonante e monolitica che idealmente ci conduce in un viaggio verso gli abissi scuri e profondi, i Grave Miasma come novelli Caronte che ci accompagnano all'Isola dei Morti.

La qualità dei brani è molto alta, specie nella parte centrale del disco quella che notoriamente vede da parte di molte band l'inserimento di qualche filler per allungare il brodo, con la violentissima “Erudite decomposition” (il riff portante entra subito in testa), la cimiteriale “Under the megalith” e la serpeggiante “Demons of the sand” a farla da padrone, ma davvero degna di nota è la scudisciata posta a chiusura del lotto - “Kingdom beyond Kailash” - un preciso equilibrio fra tecnica e sensazioni (o testa e animo) che rispecchia fedelmente ciò che sono i Grave Miasma.

Con “Abyss of wraithful deities” i Grave Miasma si scrollano definitivamente di dosso l'etichetta di ottima band underground, ora sono una realtà affermata che non può e non merita di esser ignorata. Ovviamente nella top ten di quest'anno.

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