Knocked Down - Anything But Luck (reissue)

Copertina 4,5

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2020
Durata:43 min.
Etichetta:WormHoleDeath

Tracklist

  1. LONGGONE
  2. SHATTERED
  3. THE PROBLEM
  4. LEFT AND EMPTY
  5. LOST LETTER
  6. TAKE ME AWAY
  7. DON'T BE AFRAID
  8. I FUCKED UP
  9. FROZEN
  10. REAL YOU
  11. MIXED EMOTIONS
  12. FIRST MEMORIES

Line up

  • Chris Whaley: guitars, vocals
  • Tony Heckerman: drums
  • Chris Finster: producer

Voto medio utenti

Con questo “Anything But Luck" oggi parliamo di una giovane band, ovvero i Knocked Down. Una band molto giovane questa, che ha rilasciato il primo ep nel 2017, mentre l'album d’esordio nel 2019. Parliamo di questo lavoro perché nel 2020 la nostrana WormHoleDeath ha ristampato il full d’esordio di questi ragazzi americani che arrivano da Stockton.
La California ha una tradizione “antica” per quanto riguarda il Punk: la Surf Music, le atmosfere sbarazzine, i ritmi veloci e vivaci insieme all'irruenza del sound primordiale dei Ramones hanno dato il via ad autentiche band leggendarie come Black Flag e Dead Kennedys che sono state molto importanti pure per i generi che trattiamo ben più spesso su queste pagine virtuali, mentre nelle ali un po’ più melodiche i Bad Religion continuano ad essere una vera istituzione con il loro sound.

Atmosfere solari e leggere, melodie piacenti, ritmi frizzanti, voci pulite e chitarre mai troppo distorte sono alla base dello Skate Punk che tanta fortuna ha portato a gruppi come i Lagwagon (giusto per rimanere sempre in California), risultando essere negli anni ’90 un genere molto in voga tra gli adolescenti.

I Knocked Down dimostrano di avere imparato bene la lezione di come suonare dello Skate Punk con quel pizzico di Pop Punk in mezzo che sappiamo bene che negli states ha sempre un certo ascendente. Le dodici canzoni qui presenti vanno avanti senza infamia e senza lode, con qualche sprazzo d'energia, tanta spensieratezza ma anche poca personalità, con strutture che si ripetono un po’ troppo spesso e pochi sussulti.

Peccato poi che nei ritornelli si accentui troppo il lato “Pop” della proposta, risultando così troppo zuccherosi e adolescenziali. Ma le potenzialità per crescere ci sono, l’energia in questi solchi non manca (anche se è annacquata ) e questo è comunque positivo visto il genere che i nostri vogliono fare. Speriamo che nel prossimo lavoro la band osi di più, ci metta un pizzico di fantasia, che riduca la quantità di note zuccherose e in generale che riesca ad avere una vera personalità. Se ciò non dovesse avvenire allora ci troveremo sulla scena un’altra band arrivata fuori tempo massimo che anche ai tempi d’oro di questo frizzante genere musicale avrebbe avuto poco da dire. Rimandati quindi al prossimo lavoro in studio.

Recensione a cura di Seba Dall

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