Secondo album live prodotto da Magnetic Eye Records per il proprio decennale. Dopo i Domkraft, tocca ai londinesi Elephant Tree, doom band attiva dal 2013 con tre album realizzati alle spalle.
Questo lavoro dal vivo è stato registrato nel 2019 al leggendario locale Saint Vitus di Brooklyn e comprende brani dai primi due dischi dei britannici usciti per l'etichetta di Albany, New York: "Theia" (2014) e "Elephant Tree" (2016). Escluso l'ultimo e più sperimentale "Habits" (2020, pubblicato da Holy Roar Records), che ha ottenuto giudizi contrastanti dalla critica di settore.
Il loro stile coniuga un doom canonico, di buon respiro melodico ed oscuro, con passaggi maggiormente heavy ed aspri (un pò The Obsessed, un pò Cathedral..), coagulati in brani di media lunghezza dal passo cadenzato e solenne, con una spolverata di torbidità stoner-psych.
Esemplari in questo senso tracce come "Aphotic blues" e "Surma", dall'indole energica e fumosa che innerva e rinfresca il canovaccio post-Sabbathiano. Più alternativa "In suffering", giocata su tonalità sludgy, passo lento e momenti vocali intensi e variegati.
Ancora più massiccia "Attack of the Altaica", dove spicca un potente basso slabbrato ed incursioni nella psichedelia post-rock. Una sorta di jam tra Windhand (passaggi tuonanti) ed Elder (parti atmosferiche/evocative), con un bel pestone finale introdotto dalla frase "are you ready to bang your head?". Molto ben fatto. Non sorprendente, ma ottima fattura ed una certa freschezza.
Stesso discorso per la distorta "Dawn", che si segnala per il riff ficcante, gli assoli acidi e l'atmosfera tossica ed appiccicosa. Non manca l'apporto melodico-nostalgico in sottofondo, per un altro brano assai interessante.
Gli Elephant Tree con questo live si confermano una buona formazione, non banale e capace di spunti brillanti. Livello medio-alto in campo neo-doom, sicuramente ascolto gratificante per gli appassionati di settore.