Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:Apollon Records

Tracklist

  1. THE VEIL
  2. OMEN
  3. SEVEN
  4. CRIMSON HORIZON
  5. SLEEPER
  6. OCEAN
  7. NEW COLOSSUS
  8. INFINITE

Line up

  • Vegard Strand: guitar, vocals
  • Odd Erlend Mikkelsen: guitar, vocals
  • Eirik Arntsen: drums, vocals
  • Eivind Standal Moen: bass

Voto medio utenti

In un’epoca di diffuso revivalismo, ci si può ancora consegnare alla “storia” del rock senza per questo finire per profondere insistenti sentori di rancidezza sonora?
Personalmente credo proprio di sì, ed è bastato il contatto con un singolo dei Kryptograf, titolo “The veil”, per attirare l’attenzione di questo musicofilo già “impressionato” molto favorevolmente da quanto proposto in passato da Witchcraft, Graveyard, Uncle Acid & the Deadbeats e Dead Meadow, tutta “gente” capace di non sprecare un’eredità tanto nobile quanto impegnativa.
Ebbene, i nostri norvegesi (terra che ha dato i natali a Motorpsycho e Sahg, altri due nomi importanti in termini di approccio non manieristico alla “tradizione” …) si abbeverano anch’essi alla fonte “miracolosa” rappresentata dal songbook di Black Sabbath, Pentagram, Bloodrock e Bang, riuscendo, in maniera analoga ai loro illustri colleghi citati qualche riga più su, ad apparire credibili e assai coinvolgenti, disponendosi lungo una linea oscura e sulfurea che unisce felicemente epoche differenti e medesimi intenti espressivi.
Nulla di formalmente “nuovo”, dunque, che però colpisce nel profondo grazie a cultura e capacità compositive e interpretative piuttosto sorprendenti, anche in una “scena” affollata e livellata verso l’alto come quella contemporanea.
Dopo aver “svelato” le proprie doti nella summenzionata pulsante e fascinosa anteprima dell’albo, i Kryptograf dimostrano di saper addirittura fare di meglio, affidandosi a una “Omen” in grado di sprigionare emozioni conturbanti e a una “Seven” che in nove minuti abbondanti di durata condensa cromatismi acidi, spire orientaleggianti e distorsioni cosmiche, in un brano dall’elevatissimo potere evocativo.
Il viaggio continua con gli effetti spaziali e il riff possente di “Crimson horizon”, mentre con “Sleeper” le traiettorie di “Kryptograf” acuiscono le loro derive sixties attraverso seducenti stratificazioni vocali e una melodia fremente e suadente.
Una breve e lattiginosa pausa acustica, denominata “Ocean”, prepara adeguatamente l’astante al resto dell’ascolto, inaugurato dal monolite Sabbath-ianoNew colossus” e concluso dalla fugace carica lisergica di “Infinite”, l’ultimo sussulto di un disco intrigante e appassionante, da consigliare senza remore agli estimatori del genere.
I Kryptograf non sono né i primi, né i soli a maneggiare i suoni del caliginoso psych-hard-rock, ma di certo non sono nemmeno gli ultimi in un’ipotetica graduatoria riservata alla massa sgomitante degli emergenti del settore … non commettete l’errore di liquidarli in maniera superficiale e sosteneteli nel loro auspicabile e pronosticabile percorso di crescita … se lo meritano.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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