Copertina 6

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2020
Durata:43 min.
Etichetta:Apollon Records

Tracklist

  1. COMING FORTH BY DAY
  2. QUO VADIMUS
  3. BENEATH THE SKYDOME
  4. BROKEN MAN PT.2

Line up

  • Knut Erik Grøntvedt: vocals
  • Erlend Engebretsen: keyboards
  • Stig Selnes: guitars
  • Lasse Lie: bass
  • Audun Engebetsen: drums, percussion

Voto medio utenti

I norvegesi Fatal Fusion cambiano label, e pubblicano il loro quarto album sotto la Apollon Records. "Dissonant Minds" presenta al suo interno solo 4 tracce, ma la lunghezza raggiunge i 40 minuti, grazie soprattutto alla prima e all'ultima song, due lunghe suite. Le coordinate musicali del combo di Oslo sono solidamente intrecciate con la storia del progressive rock, soprattutto la cordata settantiana Genesis/ELP/primi King Crimson, ma è sicuramente la band di Peter Gabriel ad essere il centro di gravità permanente per i FF.

Apre le danze la lunga "Coming forth by day", e notiamo subito un paio di cose: le strutture musicali, per quanto piacevoli, tendono a ripetersi un pò troppo, dilatando a volte inutilmente il tempo-canzone; secondo, la voce di Knut Erik Grøntvedt è piacevole a tratti, a tratti invece troppo ruvida, quasi sgraziata, non sempre il timbro migliore per una lunga song così delicata e sfaccettata. La seconda "Quo Vadimus" si regge su un eccellente lavoro di basso, cui si affiancano il mellotron e le altre tastiere, punteggiando il tutto grazie ad un arpeggio di chitarra Gilmouriana. Un brano più delicato, con suggestioni care a Parsons, che però si apre in una seconda parte quasi blues/funk, e ancora una volta la voce di Knut mi pare troppo sgraziata....
Terzo capitolo per la breve strumentale "Beneath the Skydome", quasi un respiro di aria fresca dopo tante intricate partiture, e quasi un plagio ad "Us and Them" nel tema... Ancora una volta saranno le tastiere a dominare il brano, e così sarà per la conclusiva e lunghissima "Broken Man pt 2", che nei suoi arzigogolati saliscendi non fa che confermare la qualità della band, e le piccole pecche di cui vi ho parlato finora.

Un album per appassionati del genere, insomma, piacevole ma a tratti prolisso, e poi quella voce, mmm.... Vabbè.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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