Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2006
Durata:41 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. UNINTELLIGENT DESIGN
  3. SUCCESS IS…(HANGING BY THE NECK)
  4. ONE THOUSAND TIMES DECAPITATION
  5. THE CARCASS DERRICK
  6. TOTAL GORE?
  7. BEREAVEMENT
  8. SUSPENDED IN COPROLITE
  9. ALONE AT THE LANDFILL
  10. KARMA.BLOODY.KARMA
  11. THE NEW DAWN
  12. OF HUMAN PRIDE & FLATULENCE

Line up

  • Travis Ryan: vocals
  • Josh Elmore: guitars
  • Troy Oftedal: bass
  • Michael Laughlin: drums

Voto medio utenti

Tornano i deathsters californiani Cattle Decapitation, band che ha fatto della vacca il proprio credo. Nel senso che essendo essi vegetariani, si battono per i diritti degli animali, e sulle loro copertine c’è sempre un bovino a farla da padrone. Nel nuovo “Karma.Bloody.Karma” ci viene rappresentato un toro in stato meditativo, come poteva esserlo il mitico Dhalsim, ogni volta che vinceva, nel secondo episodio di Street Fighter.
Il miscuglio di tirate grind e di blasts tipicamente death metal non si discosta da quanto già fatto sul precedente “Humanure”, anche se stavolta è sicuramente migliorata la produzione, opera di Billy Anderson. “Unintelligent Design” è una bella mazzata, con rallentamenti paludosi e la voce di Travis Ryan decisamente buona. Quello che non difetta è la già sperimentata ironia della band, che stavolta si esprime, oltre che nella cover, in titoli come “The Carcass Derrick”, “Total Gore?” o la conclusiva “Of Human Pride & Flatulence”. Canzoni queste che pur tuttavia fanno tremendamente sul serio risultando comunque brutali e violente, con un massiccio e quadrato attacco le prime due, mentre l’ultima, che chiude anche il disco, è una canzone molto atmosferica, quasi black metal per il mood che riesce a creare, oscura e inquietante.
Sempre in tema da segnalare gli oltre sette minuti di “Alone At The Landfill”, che sembra quasi la colonna sonora di uno zombie-movies. Alternando parti atmosferiche a brutali sfuriate, e nel finale lasciandosi andare alla solita atmosfera gracchiante e inquietante della track conclusiva.
Nel complesso il nuovo “Karma.Bloody.Karma” è certamente migliore del precedente “Humanure”, essendo più vario e meglio suonato, pur se non siamo dalle parti della trascendenza. Chi li ama continuerà a seguirli, gli altri possono pure astenersi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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