Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:42 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. QUEEN BITCH
  2. CATWALK
  3. WHAT YOU’RE DOING
  4. PICTURE
  5. FAMILY
  6. BONEMAN
  7. CRUTCH
  8. GONE
  9. PLAY DIRTY
  10. SIZE DOSEN’T MATTER
  11. GONE (REPRISE)

Line up

  • Nicky Moore: vocals
  • Manuel “Manny” Charlton: guitar
  • Mikael Fassberg: guitar
  • Fredrik Borg: guitar
  • Andreas Grufstedt: bass
  • Carl-Michael Hildesjo: drums

Voto medio utenti

E’ impressionante constatare l’ampiezza del fenomeno che vede il ripescaggio di protagonisti più o meno gloriosi del passato rock. Gruppi, singoli artisti, progetti estemporanei, nomi noti o quasi dimenticati appartenenti ad epoche lontane, l’industria discografica continua a sfornare prodotti di questo tenore, cosciente che una larga parte degli acquirenti è composta ormai da appassionati di vecchia data. Così l’ondata revivalista non accenna minimamente ad esaurirsi.
Il prologo vi avrà già indirizzato sulla strada giusta. Anche i From Behind fanno parte della categoria dei ritorni dalle nebbie del tempo.
Precisamente la formazione nasce per volontà di due personaggi che hanno vissuto i migliori momenti della carriera nello stesso periodo, tra la fine dei ’70 e la metà degli ’80: il cantante Nicky Moore ed il chitarrista Manuel “Manny” Charlton.
A beneficio dei lettori più giovani, ai quali tali nomi potrebbero dire nulla, chiarisco che non si tratta affatto di sconosciuti, anzi è una coppia che ha firmato pagine di una certa importanza nella storia dell’heavy rock.
Nicky Moore è il frontman che sostituì nientemeno che Bruce Dickinson nei popolari Samson, guidandoli poi verso il loro periodo di maggior successo, mentre Manny Charlton è stato per oltre vent’anni il cuore e l’anima dei Nazareth, la storica band hard rock dalle radici scozzesi che per qualche tempo fu considerata al pari di gente come Uriah Heep o Status Quo, perlomeno in ambito britannico.
Dunque siamo al cospetto di musicisti d’indiscusso valore e grandissima esperienza, un po’ appesantiti dagli anni ma non ancora completamente arrugginiti. Inoltre nei From Behind c’è anche linfa più giovane immessa dal resto dei componenti, un quartetto di navigati professionisti della scena svedese con lunga militanza in svariate bands scandinave.
Viste le premesse, l’album non può essere altro che un classico esempio di hard rock vecchia scuola, gestito con sicurezza sfruttando la profonda conoscenza della materia dei due uomini di punta.
Una solida matrice settantiana che viene subito alla luce con l’iniziale “Queen bitch”, pezzo tosto e polveroso con muro di chitarre vagamente southern ed un Moore ispirato e cattivo. Questa è la linea portante del disco, senza grandi sorprese ma di buona qualità uniforme, con qualche scontato eco dei primi Nazareth e di altri big settantiani ma non così invadenti da oscurare la validità del songwriting.
Tra gli episodi più hard-oriented spiccano la pesante “Family”, ottimo episodio Sabbathiano cadenzato e metallico con vocals filtrate cariche di oscuri presagi, insieme all’elettroacustica “Crutch” che si avvicina invece ai Led Zeppelin, grazie ad una fine venatura psichedelica e leggeri influssi orientaleggianti. Molto riuscite anche le due ballate dal caratteristico rivestimento intenso ed amaro, com’era in uso tra i pionieri hard rock che lo avevano mutuato dal blues. “Picture” è uno slow acustico dall’appassionata atmosfera country-western, mentre “Gone” possiede anch’essa una matrice americana ma con vibrazioni ancor più sofferte e notturne.
Gli altri brani hanno contorni più ordinari ma scorrono senza intoppi, permettendo tra l’altro al buon Moore di dimostrare di non aver perso la grinta vocale dei bei tempi.
In sostanza “Game over” è un lavoro che non deluderà i retrò-rockers ancora legati all’epoca d’oro dell’hard rock, inoltre è la prova che marpioni del tipo di Charlton e Moore sono ancora all’altezza di regalarci musica interessante, a dispetto delle tante primavere trascorse.

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