Copertina 3

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:35 min.
Etichetta:Infernus Rex
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. UNHOLY BLACK MIST BENEATH THE FULL MOON AURA
  2. MILLENIUM OF SATANIZED DEBAUCHERY
  3. PALE AND IMPALED
  4. DEEP CROSSFUCKING ON SEPULCHRAL DECAY
  5. CHEAP WHORE MOLLESTATION
  6. TOTENZIEGEKOPF
  7. BUTCHERED CHRIST
  8. RAVEN DUSK EMBALMING MORTIFICATION
  9. LEPER ANGELS LAIR ABOMINATION
  10. IMPERIAL SUMERIAN DEMON ERECTION
  11. THE 666 CONTEMPLATORS' PIT

Line up

  • LeathergoatSSkull: all instruments
  • NunSSlutgoat: vocals

Voto medio utenti

Buahahaha! Se avete il coraggio cercate su Internet la copertina ingrandita di questo ridicolo "Satan Jugend" e ridetene di gusto. Vi troverete raccolti tutti gli stereotipi che hanno reso il black metal un fenomeno da baraccone nel corso degli anni: ogni sorta di simbolo satanico, il diavolo armato di bazooka davanti all'altare, prete e suora presi in ostaggio, sullo sfondo varie scene di guerra e devastazione con tanto di carri armati e filo spinato. Insomma, un tale accrocchio di nefandezze da far accapponare la pelle anche alla più becera band metal underground. E sì che questo duo (anche se sarebbe meglio considerarla una one-man band, visto che la presenza della donzella si limita solo a pochi interventi vocali) un contratto ce l'ha, con quell'Infernal Rex che ultimamente non sta azzeccando una sola produzione. Manco a dirlo, questi Goatholocaust sono una schifezza inarrivabile ai più, ma con una chicca: la sezione ritmica. Il drumming è quanto di più impreciso e amatoriale mi sia capitato di sentire in una registrazione ufficiale. E sì che ci si lamentava delle prestazioni dei gruppi storici norvegesi, nonostante quelli - seppur in modo tecnicamente semplice - il tempo lo sapessero tenere. LeathergoatSSkull non sa fare neanche quello!, e continua per tutto l'album a mostrare la sua imperizia senza alcun pudore, mostrando forse il peggiore rapporto chitarra/batteria che mi sia mai capitato di ascoltare. In ogni caso quest'aspetto non va poi a penalizzare più di tanto un black/thrash talmente canonico e banale da risultare del tutto trascurabile. Un pastone mal suonato e mal registrato, in cui spicca solo la buona prestazione vocale, malata e incisiva al punto giusto. Per il resto ci troviamo su livelli di assoluta insufficienza, per un album che sarà bene lasciare a marcire sugli scaffali dei negozi di dischi. Trash.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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