Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:52 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. KNIFE IN MY BACK
  2. ARABIA
  3. STRANGE DAYS
  4. I WANT YOU
  5. DREAMS NEVER DIE
  6. WALLS COME DOWN
  7. ALL THE HEROES
  8. THE OTHER SIDE
  9. (INTO THE) AGE OF CHAOS

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

I Passion Street, autori di un disco come "Million miles away", che aveva fatto parlare un gran bene gli appassionati nell'ormai lontano 1994, sono ora tornati sotto il monicker di "Brave new world" e, accasatasi per la finlandese Lion Music, hanno dato alle stampe questo "Monsters". Ad essere sinceri, della vecchia line up è rimasto solo il singer Rick Cartey, e non avendo mai avuto occasione di ascoltare il lavoro in questione, non posso fare nessun confronto preciso (non me ne vogliano i lettori, ma mi sembra di avere già chiarito che non sono proprio un'enciclopedia, per quanto riguarda il classic rock!), ma non credo di peccare di presunzione se affermo che questa nuova incarnazione dei Passion Street non andrà certo lontano...
L'inizio sembra davvero promettente, con il potentissimo incedere di "Knife in my back", una song efficace e robusta quanto basta per aprire un disco del genere, ma poi, già dalla scontatissima "Arabia" (tra titolo e melodie orientaleggianti, è possibile che non avessero proprio un'idea migliore, o perlomeno meno sfruttata?) si capisce che qualcosa non va. Troppo mosci i riffs, troppo banali le melodie vocali, perché si possa anche solo pensare di dedicare a "Monsters" qualcosa in più della solita attenzione di routine che riservo ad ogni prodotto da recensire.
Mi spiace, ma con tutte le uscite di questo periodo, ci vuole ben altro per impressionarmi. Il voto non è più basso di quello che vedete solo per la presenza, a fianco della track citata, di "I want you", che presenta un ottima ritmica iniziale, con numerosi cambi di tempo e una struttura nel complesso interessante, anche se la parte centrale, con tanto di telefonata minacciosa alla ragazza di turno, fa un po' il verso ai Sonata Arctica di "The end of this chapter".
Non ho nient'altro da dire, se non la solita frase: "Indirizzate altrove i vostri soldi!"
Recensione a cura di Luca Franceschini

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