Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:47 min.
Etichetta:MTM
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. HIGHWAY TO NOWHERE
  2. GUILTY
  3. ALONG THE WAY
  4. BARSTOOL CORNER
  5. NYC
  6. ONE WAY TICKET
  7. PIECE OF PAPER
  8. BROKEN DREAMS
  9. IF YOU EVER NEED LOVE
  10. RAIN

Line up

  • Erol Sora: vocals and guitars
  • Lance Chalmers: drums
  • Kevin Dahl: bass
  • Gregory Macdonald: organ

Voto medio utenti

Erol Sora è senza dubbio un personaggio molto attivo all'interno della scena hard rock europea, avendo partecipato a numerosi progetti musicali, tra cui alcuni che hanno coinvolto ex membri di Survivor, Quiet Riot e Uriah Heep.
Recentemente, causa temporanea pausa della sua attuale band, il singer ha avuto la possibilità di incidere il suo primo disco solista, un lavoro che, copertina a parte, si presenta valido sotto tutti i punti di vista.
E' un hard rock potente e genuino, senza troppi fronzoli, quello che ci viene sparato in faccia sin dalle prime note di "Highway to nowhere", riuscitissimo mid tempo dalle melodie ruffiane ed accattivanti. La produzione è straordinariamente limpida, i suoni delle chitarre pieni e potenti, e il lavoro di organi di Gregory Macdonald avvicina fortemente le composizioni di "Demented hour" a quelle dei migliori Deep Purple, anche se Sora non è certo Ian Gillan!
Poco invadenti le tastiere, per un lavoro che mai, neppure per un istante, cede al sentimentalismo tipico di certo melodic rock, badando soprattutto a regalarci un pugno di canzoni dirette e ruffiane, come nella migliore tradizione di Kiss, Bad Company e Thin Lizzy (la semiballad "Along the way" ricorda molto l'act del compianto Phil Lynott). "Guilty" e "Barstool Corner" (per chi scrive il brano migliore dell'intero disco) sono assolutamente fantastiche, con dei ritornelli splendidi, che non possono non entrare subito in testa ed essere cantati a squarciagola! Splendidi sono anche episodi più "leggeri" come NYC o "Piece of Paper", mentre quando la band decide di premere sull'acceleratore, non fa assolutamente prigionieri, come in "One way ticket".
Chiudono la trascinante "If you ever need love", tanto scontata quanto irresistibile, e la ballata "Rain", molto thinlizziana nelle sue melodie vocali, e molto poco sdolcinata, alla stregua degli altri episodi del disco.
Non c'è che dire, per essere la sua prima prova tutta sua, Erol Sora ha davvero raggiunto ottimi risultati: tra i suoi piani futuri c'è quello di portare queste canzoni in tour... forse è troppo sperare di vederlo dalle nostre parti, ma sarebbe comunque un gran bel colpo...
Recensione a cura di Luca Franceschini

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