VHS - We're Gonna Need Some Bigger Riffs

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2019
Durata:27 min.
Etichetta:Horror Pain Gore Death Productions

Tracklist

  1. FULL SCREAM AHEAD (INTRO)
  2. ZOMBIE VS. SHARK
  3. LET'S GET GRUESOME
  4. VORACIOUS AND VIOLENT
  5. ROOTING FOR THE VILLAIN
  6. AN OLD LADY AND HER CROCODILE
  7. OOZING, BUBBLING, BLACK MASS
  8. DEATH AND CARNAGE COMING IN WAVES
  9. SAVAGE STREETS
  10. FACE FULL OF WORMS
  11. BRINGER OF DEATH
  12. FROM THE MURKY DEPTHS
  13. CRUISE SHIP CARNAGE
  14. MARINE MONSTROSITY

Line up

  • James Laukka: bass
  • Andy Middaugh: drums
  • Mike Hochins: vocals, guitars

Voto medio utenti

Terzo album sulla lunga distanza per i canadesi VHS che con "We're Gonna Need Some Bigger Riffs" esordiscono per la Horror Pain Gore Death Productions. I ragazzi in questione non vanno certo per il sottile e non amano perdersi in inutili orpelli o fronzoli e ci spiattellano in faccia 30 minuti di speed/thrash/death nudo e crudo, condensato in 14 brani (lascio a voi il compito di stimare la durata media delle canzoni). Durante l'ascolto del disco il gruppo che più mi è venuto in mente sono stati i Macabre, vuoi per la proposta musicale diretta e dall'ossatura quasi punk nella sua semplicità, vuoi anche per l'uso della doppia voce ad opera di Mike Hochins, capace di passare da un growl quasi death metal ad uno scream più acuto. La tracklist miscela in maniera impeccabile punk, speed metal, thrash, metal classico ("Death And The Carnage Coming In Waves", giusto per citarne una) e persino qualche componente grindcore, soprattutto per quanto riguarda le parti di batteria. Il risultato è un lavoro onesto negli intenti, divertente quanto basta per farsi una sana pogata in compagnia e passare una mezzora di musica senza tante seghe mentali, in cui confluiscono diverse influenze che però i VHS sono riusciti a amalgamare in modo fluido e coerente.
Senza nulla togliere alla band, difficilmente "We're Gonna Need Some Bigger Riffs" saprà ritagliarsi un posto speciale nel cuore degli amanti del genere, ma si tratta in ogni caso di un lavoro che si lascia ascoltare senza troppi problemi e che può essere usato come sottofondo per una serata caciarona a suon di rutti e fagioli alla Bud Spencer.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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