Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:43 min.
Etichetta:Code666 Records

Tracklist

  1. AN EAGLE UPON MY SHIELD (VETERIS VESTIGIA FLAMMAE)
  2. BEFORE ME (THE WOMB OF SPITE)
  3. CARVED IN DISHARMONY (VOID AND ESSENCE)
  4. SEVERED AND REVERSED (FEUDAL ATTITUDE)
  5. DOWN LOWER (MEN AND RUINS)
  6. CELEBRATE CONSUME... BURN!
  7. TOWARD THE FALLEN ONES (PSALMS TO DISCONTINUITY)
  8. THORNS TO REDEMPTION (GEMENDO GERMINAT)
  9. IDOLS TO HUNG
  10. ICONS WITH DEVOURED FACES

Line up

  • Nicola Bianchi: guitars, vocals
  • Aeternus: drums
  • Andrea Toto: guitars, bass

Voto medio utenti

Se dovessi fare il paragone tra l’ultimo album dei Marduk e questa nuova fatica del combo black metal nostrano, adottando un termine giornalistico sportivo che usano molto oggi nel calcio, i nostri hanno preso letteralmente a pallate gli svedesi.
Si, perché Adversus, la nuova fatica dei nostri, ha tutto quello che mancava a Viktoria personalmente; un lavoro intenso, feroce e totalmente devoto alla nera fiamma.
Un disco che é più realista del re; un album marchiato a fuoco, che conquista e annichilisce.
L’opener “An eagle upon my shield (Veteris vestigia flammae)”, è un grande esempio di marcia feroce, epica e fiera.
Mid tempo dove le chitarre di Andrea e del singer Nicola sfoderano riff nerissimi, con la voce del nostro marziale, aggressiva e supportata da cori nel chorus.
Il drumming di Aeternus é solido e vario, alterna un’andatura cadenzata a sfuriate in blast beats e progressioni con grande abilità.
Carved in disharmony ( Void and essence)”, dopo la rullata tipica del genere attacca ad alzo zero con una scarica di blast beats e riffing nella più pura tradizione swedish.
La voce del singer é aggressiva e feroce, come si conviene al genere le chitarre ricamano riff su riff maligni ma con nelle trame un certo gusto melodico; il brano ha anche delle parti più cadenzate dove i cori esaltano l’attacco delle chitarre prima della sfuriata.
Un brano che ha al suo interno un’epicità nera e senza pietà alcuna.
Down lower (Men and ruins)”, é un brano che ha al suo interno trame di chitarra oscure e maligne supportate da un andamento della base ritmica lento e pestilenziale.
I chorus sono sostenuti dai cori che rendono bene l’accento demoniaco prima dell’attacco in blast beat.
Celebrate, consume…burn!”, é da manuale; un brano che ha dei riffing seguiti da rullate che sono l’abc del black metal scandinavo; malignità e corruzione.
Brano ad alzo zero con una selva di tamburi mitraglianti; blast beats carico con un grande lavoro fluido di doppia cassa e la ferocia del singer nelle vocals.
Idols to hung”, ha un riff praticamente heavy ma virato in maniera estrema.
Un brano che dal mio punto di vista dal vivo renderebbe alla grande, per la marcia quadrata e la fluidità dei cambi di tempo con un gran lavoro di chitarre che scatenerebbero il su e giù delle teste.
Un disco che cementa ancora di più lo status dei toscani; un disco da acquistare praticamente a occhi chiusi e orecchie aperte, da avere e conservare gelosamente.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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