Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:46 min.
Etichetta:Gates of Hell

Tracklist

  1. INTRODUCTION
  2. THE IMMUREMENT
  3. THE CURSE OF THE DEAD STAR
  4. ROAD OF LIGHT
  5. ...AS THE CLOUDS GATHER
  6. STORMBRINGER
  7. IN THE GRIP OF THE NIGHT
  8. PRELUDE TO THE END
  9. A WARRIOR'S LAMENT
  10. OUTRO

Line up

  • Sebastian Bergman: bass
  • Joel: drums
  • Mikko: guitars
  • Tommi: guitars
  • Emma Grönqvist: vocals

Voto medio utenti

Dopo due EP (ed uno split) arriva finalmente la prima prova sulla lunga distanza per i finlandesi CHEVALIER che nuovamente tramite la sempre mai troppo lodata Gates of Hell Records danno alla luce questo "Destiny Calls".

Voglio essere chiaro.
Gli Chevalier sono una band per pochi, per pochissimi.
Fanno heavy metal, heavy metal puro, per metallari puri.

Già questo, nel 2019, limita il loro pubblico a numeri minimali. Se poi ci mettiamo sopra il fatto che adottino un look, un modo di intendere il metal e specialmente l'usare una produzione che definire old-school è un eufemismo, beh allora quasi potrebbe definirsi un suicidio.

Ma noi e soprattutto loro se ne fregano.
Abituati alle produzioni piatte, plasticose, ipercompresse e tutte uguali che oggi dominano la scena ed alle quali il popolino si è abituato ed assuefatto, ascoltare le rasoiate volutamente lo-fi dei Chevalier è praticamente impossibile: chi scrive commenti della serie "belle idee, bei brani ma con questi suoni è tutto rovinato / vorrei ascoltarli con un sound moderno" con tutto il bene non solo non ha capito nulla dei Chevalier ma non ha capito proprio nulla di HM ed oggi si bea di una musica edulcorata per le masse e nulla più.

"Destiny Calls" è un disco meraviglioso, un tuffo nell'epic heavy metal ottantiano, con le sempiterne influenze di Mercyful Fate, Brocas Helm, Warlord, debitore della NWOBHM e dello speed metal di 30 anni fa, fatto di atmosfere malevole, di cavalcate maideniane, di entusiasmanti sfide a suon di assoli tra le chitarre di Mikko e Tommi, del basso roboante ed importantissimo come presenza di Sebastian Bergman (anche negli ottimi death metallers Decaying) e poi...e poi c'è lei... la bella ciaciona Emma che devasta il microfono a suon di urla pazzesche, con un feeling sinistro, certamente anche un po' sguaiato che talvolta mi richiama alla mente il Gerrit "Gatto" Mutz dei Sacred Steel: una delle poche che fa crollare la mia convinzione "mai le donne a cantare del metal", insieme a colonne portanti come Doro e poche altre.

Come nei precedenti EP, anche "Destiny Calls" presenta un songwriting sempre di ottimo livello con tre o quattro highlights di valore inestimabile: già si parte forte con l'iniziale "The Immurement" ma il top arriva successivamente con la furiosa "Road of Light", in cui ci viene presentata un bellissimo scambio di assoli, la conclusiva "A Warrior's Lament" e specialmente quello che a mio avviso rappresenta il momento migliore del disco, ovvero quella "Stormbringer" che mette i brividi addosso, specie nel finale quando la voce di Emma va a disegnare l'epicità in persona, la tempesta, la battaglia, il sangue, IL METALLO.

Uno dei dischi dell'anno, senza se e senza ma. Meravigliosi nella loro spontaneità, con i loro difetti ed un'energia senza pari.

Mi dispiace essere così tranchant, ma se non vi piacciono i CHEVALIER o meglio la musica ed il messaggio che portano avanti, in realtà non vi piace l'heavy metal: magari un qualcosa di simile, un surrogato, un derivato.

Ma l'heavy metal no.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 mag 2019 alle 02:05

ahahah con quel "mi hai convinto" mi hai steso :D ho passato questo sabato ad ascoltare il disco a ripetizione...mi hanno davvero conquistato, li vedessi mai dal vivo mi metterei a piangere dall'emozione su qualche passaggio ;) ps: i keldian hanno appena fatto i remaster... LOL

Inserito il 18 mag 2019 alle 15:05

Mi hai convinto. Comunque quando sei a pranzo con i Keldian, passagli il numero di questi così gli danno due dritte sulla produzione :)

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