Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:38 min.
Etichetta:Gates of Hell Records

Tracklist

  1. STARBREAKER
  2. STREET MACHINE
  3. BEHIND THE IRON
  4. KONAMIZED
  5. UP TO YOU
  6. FALLEN HEROES
  7. MINDLESS MAZE
  8. SPEED QUEEN

Line up

  • Matt Ries: guitars
  • Jean-Pierre Abboud: vocals
  • Dave Arnold: bass
  • Chad Vallier: drums
  • Toryin Schadlich: guitars

Voto medio utenti

Lo so, lo so, ultimamente mi esalto forse un po' troppo e sento anch'io la mancanza di stroncature assassine o critiche feroci (mai gratuite) ma... che ci posso fare se febbraio è un mese infuocato per quanto riguarda le uscite di qualità in ambito classic?

Tenevo già d'occhio i canadesi Traveler dal loro recente split con i Coronary visto che avevano fatto sentire cose interessanti. A maggior ragione, l'interesse era alto dato che tra le fila della band di Alberta troviamo Jean-Pierre Abboud dei Gatekeeper, gruppo che l'anno scorso ci ha regalato un gran bel disco.

Ed eccoci, pochi mesi dopo, a parlare del debutto discografico della band. I tre pezzi presenti nel suddetto split vengono inclusi in questo primo lavoro auto-titolato e perfettamente integrati con altre cinque canzoni classicamente metalliche, per andare così a completare un debutto "old style" di assoluto livello.
Lo stile dei Traveler è vintage ma non troppo derivativo. Oddio, le influenze sono quelle di Satan, Omen, Exciter, Priest, Malice, ma la loro proposta è assolutamente scintillante, diretta, da ascoltare e riascoltare.
Qualcosa per cui premi play e ti ritrovi ad assorbire l'energia delle canzoni in un istante.

Le composizioni sono semplici nella loro costruzione ma funzionali, non ci sono riff memorabili (ma sono certamente ben fatti), non ci sono assoli che ti fanno saltare sulla sedia (ma sono inseriti al punto giusto), il lavoro di batteria è lineare e ben eseguito, il basso è alto, ben udibile e con un ruolo preponderante, ma quello che porta l'album ad un livello superiore è la straordinaria voce di Abboud.
Spesso i pezzi sono abbastanza veloci, l'utilizzo della doppia cassa è consistente ed i brani viaggiano dritti, ma l'ugola di Jean-Pierre è il vero valore aggiunto del disco.
Il cantato muta forma ad ogni pezzo, passando da tonalità morbide a quell'acuto col raspino in gola così caratteristico. Il cantante canadese va ad aggiungere quella varietà e quella qualità fondamentale nel trasformare brani più che discreti in canzoni assolutamente sopra la media. Intendiamoci, i pezzi funzionano bene, la riprova è anche l'incisiva strumentale "Konamized" che chiude idealmente il lato A. Ma come detto e ribadito, Jean-Pierre , ci mette del suo per trasformare un disco buono in un gran disco.

Se cercate metal classico di qualità, se volete canzoni che viaggiano spedite e senza troppi orpelli, se amate i classici del genere e cercate qualche nuovo gruppo con le palle, i Traveler sono qui. Se invece volete qualcosa di nuovo, bombastico, contaminato, andatevi ad affogare nel ciarpame plastificato che invade la rete.


Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 feb 2019 alle 15:06

Mah...io penso semplicemente che questo sia grande heavy Metal oggi come 35 anni fa...

Inserito il 25 feb 2019 alle 14:39

Forse la vedo in modo "romantico" io :) Preferisco così, sporchi, imperfetti, palesemente influenzati da altri che cloni patinati pubblicizzati come imperdibili tipo Sabaton, Powerwolf o amenità simili. Poi, naturalmente, tutto si divide tra buona e cattiva musica. Non voglio assolutamente farti cambiare idea eh, ho capito il tuo punto di vista, ti spiego solo ragioni che mi portano a godere di questo tipo di dischi :)

Inserito il 25 feb 2019 alle 14:23

Ovviamente no, non ho detto che bisogna smettere di ascoltare metal, ci mancherebbe, e non sono neppure un sostenitore dell'innovazione a tutti i costi. Secondo me c'è una profonda differenza tra il seguire le orme dei classici e "scimmiottarli". E , sempre secondo il mio punto di vista, il filone che mi piace chiamare "retrometal" a cui appartengono gruppi come appunto i Traveler rientra purtroppo, in questa categoria. Io non ci sento nulla della "fame" e del "sudore" dei gruppi dell'epoca e, ripeto, questa produzione finto vintage mi fa una tristezza infinita. Poi sul black e sul Death non so cosa dire, sono generi che seguo poco da sempre perchè salvo rari casi, apprezzo veramente poco.

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