Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:53 min.
Etichetta:Blood Harvest Records

Tracklist

  1. MAULED AND NAMELESS
  2. DEPRAVITY ORDAINED
  3. DISSECT TO ENUCLEATE
  4. AEON OF IMPALEMENT
  5. THE CURSED PATH
  6. MALEVOLENT APHANTASIA
  7. REPULSIVE DESIRE
  8. THE GATE
  9. WINDOW OF THE GROTESQUE
  10. THE ABYSSAL PLAIN (DEMO 2017)
  11. ANATOMIZED REMNANTS (DEMO 2017)
  12. ATROCIOUS CAPTIVITY (DEMO 2017)
  13. FEARLESS DEITY (DEMO 2017)

Line up

  • Jamie Colic Bass, Guitars, Vocals
  • Ollie Ballantyne Drums
  • Dave Kearns Bass
  • Dan Harris Guitars

Voto medio utenti

Continua imperterrito il setaccio nell’ambiente underground death metal del continente australe da parte delle varie etichette specializzate, a questo giro di danze tocca ai Vile Apparition, quartetto proveniente da Melbourne, debuttare col presente “Depravity ordained” per Blood Harvest.
Nemmeno il tempo di oltrepassare la metà dell’opener “Mauled and namelss” e si intuisce la matrice e la “geolocalizzazione” della materia trattata: death metal anni 90 e… Stati Uniti!

Ma questa volta non tocca ai Death e nemmeno agli Obituary o i Morbid Angel, la musica dei Vile Apparition ha molti punti in contatto con quella dei mitici Nocturnus (i primi due lavori sono obbligatori per chiunque si avvicini a questa musica) a cui si uniscono elementi presi dai Suffocation prima maniera (non quelli ipercondensati di oggi per intenderci) e una punta di Immolation.
Il mix è decisamente intrigante; la produzione, lontana dall’esser leccata, mantiene quella patina di imperfezione atta a ricreare il più possibile le sonorità di qualche decennio fa donando a “Depravity ordained” una marcia in più.

Pur essendo una band relativamente nuova – si sono formati nel 2017 ma il batterista Ollie Ballantyne e il chitarrista/cantante Jamie Colic hanno suonato per anni nei deathster Sewercide – i Vile Apparition si agiscono con estrema sicurezza e mestiere: “Mauled and nameless”, “Malevolent aphanatasia”, “Depravity ordained” alla fine trasmettono sensazioni molto più che positive.
L’album si chiude con la riproposizione dei quattro brani contenuti nel demo “Atrocious captivity” allungando la durata complessiva di “Depravitiy ordained” a quasi 53 minuti.

L’Australia continua ad essere una fucina di realtà molto interessanti, a voi la voglia di ascoltarle.

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