Copertina 3

Info

Anno di uscita:2019
Durata:55 min.
Etichetta:Pure Steel Publishing

Tracklist

  1. CZARY INTRO
  2. CZARY
  3. ZAKLĘCIE
  4. STUDNIA
  5. GOLEM
  6. KRÓLESTWO NIE NIEBIESKIE
  7. ZNAJDŹ MNIE WŚRÓD GWIAZD

  8. NIEWOLNIK
  9. DUCH WIATRU

  10. LIPKA

  11. SLAVE
  12. KINGDOM OF NO HEAVEN

Line up

  • Paweł "Rudy" Leniart: vocals, bass
  • Konrad "Kondzio" Peszek: guitars
  • Paweł "Rundziou" Szczupak: guitars
  • Dawid "Dejw" Warchoł: keyboards
  • Łukasz "Zibra" Zembroń: drums

Voto medio utenti

Se esiste un genere che più del power metal è stato sfruttato raschiando il fondo del barile fino all'inverosimile, questo è senza alcun dubbio il folk metal.

Attenzione però, a differenza del primo in cui indovinando il giusto riff e il ritornello melodico, il gioco è fatto, nel folk metal le cose non sono così "semplici", e il rischio di "cadere nel ridicolo" è dietro l'angolo.

Ora, il mondo è bello perché è vario, direbbe qualcuno, ma ascoltando i Diabol Boruta, non posso fare altro che pensare all'ennesima band finita nel calderone delle cose inutili.


E pensare che la band polacca ha al suo attivo già due full-length, "Stare ględźby" del 2015 e "Widziadła" rilasciato l'anno successivo.


Adesso è il turno di questo "Czary", album complicato da interpretare , dodici pezzi difficili da masticare, sebbene la voglia di skippare un pezzo dopo l'altro l'altro giunti a metà canzone, ho resistito alla tentazione ascoltandolo fino in fondo per capire se ci fosse qualcosa per cui valesse la pena avere questo album.
la risposta è drammaticamente ma realisticamente NO.



La banalità di cui parlavo prima si manifesta immediatamente, fin dai primi episodi, tutta roba che suona come già di "sentito", nessuna idea vincente, piuttosto sembra di assistere alla fiera dei ritornelli scontati, e diciamolo anche bruttini, ma questo può essere soggettivo in base all'orecchio di chi ascolta "Czary".

Mi vien da pensare, fortuna che oggi esiste la possibilità di ascoltare senza correre il rischio di comprare a scatola chiusa, ma questo è un altro discorso.

Per trovare qualcosa di lontanamente interessante nel terzo album dei Diabol Boruta, dobbiamo aspettare "Duch Wiatru" o addirittura la il pezzo che chiude l'album "Kingdom Of No Heaven" in cui si ripesca l'incipit che è lo stesso utilizzato un pò qua e la durante tutta la durata dell'album.



Il Folk Metal come dicevamo è un genere che bisogna sentirsi dentro, bisogna avere le idee, la passione, la "tradizione" per poterlo fare, non a caso quando si parla di Folk Metal i primi nomi che vengono in mente sono quelli dei nostrani "Folkstone", dei "Finntroll", "Moonsorrow" o per certi versi anche dei "Tyr" e la lista di band valide che sanno ciò che fanno potrebbe continuare ancora, ma sicuramente in questa lista purtroppo non c'è spazio per i polacchi Diabol Boruta.



Voto 5 per le intenzioni, 3 per il risultato.

Recensione a cura di Fabio De Carlo

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