Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:43 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SEEDS OF PAIN
  2. THE LAST
  3. DANGER OF DEATH
  4. DARKNESS
  5. I CHOOSE TO DIE
  6. RECONQUISTA
  7. DREAM IN BLACK
  8. OVER THE DEADLINE
  9. SONDERKOMMANDOS DEFY

Line up

  • Renaud Espeche: vocals
  • Ludwig Laperche: guitars
  • Cedric Sellier: guitars
  • Denis Malek: bass
  • Olivier Gavelle: drums

Voto medio utenti

Dopo un urlaccio iniziale, "Seeds Of Pain" mette subito in chiaro che i francesi Kragens vorrebbero essere la risposta francese ai Nevermore, con il cantante, Renaud Espeche, imperterrito nello svariare su diversi fronti vocali, ricalcando ad esempio le orme del miglior Geoff Tate. Beh, ovviamente quando non c'è da alzare i toni e l'aggressività, frangenti in cui è sicuramente più facile accostarlo a Warrel Dane o Mille Petrozza, ma spesso anche a Chris Bolthendal. "Seeds of Pain" è il secondo album per i Kragens ed è composto di nove canzoni dall'andamento schizzato ed imprevedibile, come avviene, ad esempio, per "The Last": inizio alla Grave Digger, un passo massiccio alla Kreator, assolo neoclassico e refrain powereggiante, ma pure un paio di passaggi in stile Black e Death Metal. E se gli altri brani, ad esempio "Danger Of Death", "Darkness" o "Over the Deadline", mischiano un po' le carte (qualche accenno metalcore, un pizzico di doom e di modernismo in più, ecc... ecc...), il risultato è più o meno lo stesso. Certo, non passano inosservati i ritmi schizzati, sincopati di "Sonderkommandos Defy", un pezzo che fa pensare a dei Nevermore all'opera sotto gli effetti di un qualche allucinogeno, eppure la canzone che si distacca maggiormente dal mood del disco è "Dream in Black", piuttosto ariosa e con linee vocali tipicamente powereggianti, tranne che per i controcori ed il break in screaming. Ma non si tratta dell'unica concessione alla melodia da parte dei francesi, dato che con l'inizio di "Choose to Die" i Kragens sembrano volgersi ai Queensryche; purtroppo non riescono poi a mantenere alta la tensione ed il feeling in questa prima parte del brano, prima che, dopo una lunga fase solista, i toni prendano ad accentuarsi. Un'occasione mancata, come avviene per "Reconquista" che si perde nel suo insistere su quelle parti stile Black and Brutal che si alternano ad altre più vicine al Power Metal.
Per i Kragens non si possono certamente utilizzare aggettivi come - facili ed immediati - , ma se riuscite ad entrarci in sintonia, potreste trovarli - interessanti ed appaganti -. Forse.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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