Copertina 8

Info

Anno di uscita:2018
Durata:51 min.
Etichetta:Spinefarm / Loma Vista Recordings

Tracklist

  1. ASHES
  2. RATS
  3. FAITH
  4. SEE THE LIGHT
  5. MIASMA
  6. DANCE MACABRE
  7. PRO MEMORIA
  8. WITCH IMAGE
  9. HELVETESFONSTER
  10. LIFE ETERNAL

Line up

  • Cardinal Copia: vocals
  • Nameless Ghouls: guitars, bass, drums, keyboards

Voto medio utenti

Piccola premessa di carattere personale: mi si può accusare –peraltro a ragione- di non capire una fava di metal, ma non di essere un imberbe pischelletto perennemente teso alla spasmodica ricerca della nuova sensazione del nostro genere prediletto.
Tutto il contrario, semmai: da 25 anni ormai vivo e seguo questo mondo con indefessa passione, e sin dal primo giorno diffido delle (presunte) nuove sensazioni. Senza contare che nemmeno saprei come individuarle, visto che non utilizzo Spotify, Facebook, Twitter, forum online o altre amenità similari.

Applicando il concetto al caso contingente: l’ingombrante corollario extra-musicale che zavorra la compagine svedese m’interessa quanto un convegno sull’importanza della castità prematrimoniale organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana (tanto per rimanere in tema clericale).
Nonostante i profili di affinità professionale ho seguito molto distrattamente la disputa legale tra il mastermind Tobias Forge e gli ex Nameless Ghouls; non mi sono curato affatto dei travestimenti e dei cambi d’identità del Papa di turno (ad oggi se non erro declassato a cardinale, ma per l’appunto: chi se ne frega); parimenti, assisto con estremo distacco alle tediose diatribe circa la genuinità o meno del combo scandinavo.

Tutto ciò per un semplicissimo motivo: a me interessa la musica. E se parliamo di musica, a mio umile parere, i Ghost temono pochi rivali nel panorama odierno.
Lo avevano già dimostrato in occasione degli esordi discografici, corroborando poi l’assunto in occasione del precedente fullMeliora” -che peccando di pusillanimità maltrattai in sede di recensione, affibbiandogli un voto ingeneroso a dir poco-; lo confermano una volta di più grazie al nuovo, fiammante “Prequelle”, che si presenta da subito nel modo migliore grazie ad uno stupefacente artwork di copertina e ad una produzione, manco a dirlo, stellare.

Non intendo girarci intorno: si discute di un'opera costruita a tavolino, spesso e volentieri smaccatamente radio friendly (si dice ancora?), perlopiù accessibile in termini di struttura e durata dei brani, paracula oltre ogni limite, dalle mire quasi arena rock… eppure dannatamente ben fatta.

Basterà la breve introAshes”, reinterpretazione in chiave retro-horror della sinistra nenia per bambini “Ring Around the Rosie”, a calamitare l’attenzione dell’ascoltatore, il cui cuore verrà poi trafitto dal singolone “Rats”, che stempera la scioglievolezza del coretto malandrino con un riffing di stampo classico insolitamente forzuto.

Altrettanto rocciosa, ma meno convincente, la successiva “Faith”, dal sound sabbathiano e dal mood reminiscente della nota “From the Pinnacle to the Pit”.
Si sgonfiano le chitarre all’altezza di “See the Light”, creatura dall’indole arrendevole e purtroppo scevra di caratura armonica.
Primo [spoiler alert: ed unico] momento di stanca del disco.

Si risollevano prontamente le quotazioni di “Prequelle” per merito della progheggiante strumentale “Miasma” –niente male la spruzzata di sax posta in chiusura-, e dell’immane tormentone “Dance Macabre”, mid tempo cromato che più anni ’80 non si può, deliziosamente in bilico tra i Bon Jovi di “Slippery When Wet” e “Shot in the Dark” del buon Ozzy.
Credo dovrò ricorrere alla lobotomia per togliermela dalla testa…

Orchestrazioni in primo piano per “Pro Memoria”, traccia raccolta e solenne nel contempo, dotata di una linea vocale addirittura seventies folk rock (se nomino Ian Anderson si offende qualcuno?). Non raggiungerà i picchi di eccellenza di “He Is”, ma ottima nondimeno.
Per rimanere in tema di auto-citazioni: difficile non pensare a “Square Hammer” poggiando le orecchie sull’incipit sbarazzino di “Witch Image”, che mette in mostra melodie ariose ed un chrous ad alto tasso di viralità. Rispetto alla cuginetta mancano forse gli hooks assassini a presa immediata, ma compensa la mancanza un feeling nostalgico che fa tanto Blue Öyster Cult.

L’ulteriore strumentale “Helvetesfonter” (credo significhi “finestra sull’inferno” o qualcosa di simile), alla luce dei sopraffini arrangiamenti e di una progressione per nulla scontata, fa sorgere il dubbio che proprio in occasione di simili interludi i Ghost abbiano potuto dare libero sfogo alle velleità compositive, riversando in essi una vena creativa priva di costrizioni “commerciali”. Chissà…
Si chiude con un'altra semi-ballad dai toni magniloquenti titolata “Life Eternal”: gran bel pezzo, conciso ed essenziale (per quanto sin troppo ripetitivo a livello di lyrics), che trae linfa dal connubio tra tasti d’avorio e voce di Tobias.

L’edizione deluxe vanta due bonus tracks: una godibile rielaborazione di “It’s a Sin” dei Pet Shop Boys (se la memoria non m’inganna ci avevano già pensato i Gamma Ray), e la cover di “Avalanche” da “Songs of Love and Hate” di Leonard Cohen. Operazione, quest’ultima, ad alto rischio di lesa maestà, eppur condotta in porto vittoriosamente: i Nostri sono riusciti a ghostizzarla senza smarrire il mistico afflato cantautoriale dell’originale.
Bravi davvero.

E torniamo così al punto di partenza: l’elemento centrale, quando di discetta dei Ghost, è che sono tremendamente bravi a fare ciò che fanno.
Prequelle”, come avrete intuito, non possiede la profondità per ambire al titolo di capolavoro assoluto, tra 50 anni non verrà ricordato come un caposaldo del genere, attirerà senz’altro lo scherno sdegnoso dei metallari più oltranzisti… ma rimane, a mio parere, un album bellissimo.

Dovunque Dio erige una chiesa, sempre il demonio innalza una cappella; e se vai a vedere, troverai che dal secondo ci sono più fedeli”.
(Daniel Defoe)
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 giu 2018 alle 00:50

grazie dei commenti Hard!

Inserito il 09 giu 2018 alle 10:19

be che dire.... l'album lo ho ascoltato per bene ed è un gran disco, prequelle non ha nessun filler tutte ottime canzoni. A me piacciono tutte ne cito solo alcune come le strumentali, SEE THE LIGHT, il coro che apre il disco è bellissimo poi LIFE ETERNAL, FAITH, insomma ci troviamo di fronte all'ennesimo centro di una grande band come i Ghost. voto: 8/10

Inserito il 02 giu 2018 alle 11:38

Lo sto ascoltando da stamattina presto su youtube, non posso dare un giudizio per adesso mi ci vòra del tempo per assimilare l'album, però una cosa la condivido, quella su Meliora che è un super-Capolavoro, posseduto da me in cd originale. Un saluto a tutti e che la gloria sia con voi metal.it.

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