Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:34 min.
Etichetta:Antigony Records

Tracklist

  1. THE WOLF
  2. MJOLNIR
  3. FENRIR
  4. JORMUND
  5. WINTERSUN
  6. THE TALES
  7. MIDGARD
  8. SKOLL
  9. WOLDFIRE
  10. GATHERING

Line up

  • Rita D'Aniello: vocals
  • Gabriele Catoni: guitars, vocals
  • Mattia Detti: guitars
  • Marco Manus: drums
  • MarioSOS Spatuzzi: bass

Voto medio utenti

Non conosco personalmente questi ragazzi di Grosseto ma ad occhio e croce saranno nati quando il sottoscritto - originario proprio della provincia grossetana - una ventina di anni fa percorreva Corso Carducci con tutto il metal possibile ed immaginabile nelle cuffiette; nonostante la volontà di un paio di negozi di dischi in cui comunque sono riuscito ad acquistare dai classici Iron Maiden, Dream Theater e Metallica fino ai più estremi ed impensabili Tiamat, Pestilence ed Entombed, Scum a parte non ho mai percepito la presenza di una "scena", di un nutrito gruppo di persone dedite all'ascolto serio e cosciente di heavy metal ed alla conseguente formazione di realtà e band dedite a questo con successo.

Mi avessero detto che dopo 20 anni proprio in quelle assolate vie che il giovine Graz percorreva con spensieratezza estiva e voglia di calcio e di mare sarebbero nati gruppi come gli Athrox o questi Let Them Fall avrei preso tutti per ubriachi a causa di qualche sagra del vino nelle vicinanze.

Invece oggi siamo nel 2018, io ho passato i 40 da un pezzo e proprio da Grosseto provengono i LET THEM FALL, quintetto giunto al proprio esordio sulla lunga distanza grazie a questo "Wolftales" edito dalla Antigony Records e dedito ad un metalcore con diverse sfumature, la più curiosa delle quali è la mitologia nordica al quale questo album è dedicato: dopo qualche secondo dell'intro "The Wolf" sfido chiunque a non aspettarsi qualcosa a-là Moonsorrow o qualsiasi formazione viking metal che si rispetti, peraltro anche con ottime aspettative, dato che il fomento suscitato dal primo minuto e mezzo era notevole, prima di entrare pienamente in sonorità metalcore di stampo americano. Ma non è finita.

A dire la verità, a parte i momenti strumentali o maggiormente epici - in ogni caso davvero ben riusciti - e probabilmente i testi (di cui non siamo stati forniti) le influenze nordiche durante lo sviluppo lineare dei pezzi si fermano qui ma è comunque abbastanza, lasciando il campo ai classici riferimenti statunitensi tuttavia reinterpretati con ottima personalità, anche grazie a passaggi tastieristici inopinati e di grande effetto: a volte, tipo in "Jormund", sembra di sentire eco del theme di Resident Evil e le sinistre atmosfere di questa fatta sembrano giovare non poco ai Let Them Fall.

In generale per tutta la durata di "Wolftales" non si avvertono cedimenti, i brani presentano ognuno un'identità ben precisa e l'aura malinconica che ammanta l'intero album da' quel quid in più alla proposta dei nostri; l'unico aspetto che è comunque ben curato ma stona un po' con tutto il resto è la voce pulita del chitarrista Gabriele Catoni che talvolta rimane un po' troppo esile, poco possente, rimandando a sonorità meno adulte, quasi pop-punk a stellestrisce che mal si sposano con la proposta decisamente matura della band ma si tratta tutto sommato del classico pelo nell'uovo, elemento che peraltro a volte emerge meno, come nella quasi conclusiva "Wildfire"; ottima invece la componente estrema dell'altra cantante Rita che interpreta davvero bene le sue harsh vocals, così come il resto della band che sembra decisamente matura sebbene si tratti di un debutto.

Peraltro avendoli potuti vedere già qualche anno fa dal vivo, rimasi colpito dall'energia e dall'intensità del loro spettacolo, e sono certo che con tutte le date messe nel loro bagaglio durante il frattempo oggi saranno indubbiamente delle belle macchine da guerra.

Brano da segnalare: "Skoll", si eleva al di sopra della pur alta media di tutti gli altri.

Inaspettatamente ma meritatamente già nella gloria del metal. E' bello vedere che anche tra i giovani c'è chi pensa alla sostanza insieme alla forma.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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