Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:16 min.
Etichetta:Empire Records

Tracklist

  1. DRINK WITH THE DEVIL
  2. DEFILEMENT
  3. REBORN THROUGH FIRE
  4. RAPED BY GOD
  5. SOCIETY WILL DIE (TONIGHT)

Line up

  • Debieltor: vocals
  • Lord Agathan: guitars
  • Skullfucker: bass
  • Herr Heinz: drums

Voto medio utenti

I dischi di thrash metal che attingono a piene mani dalla florida scena degli anni ’80 continuano ad arrivare a frotte, il fenomeno non accenna a fermarsi, ed ecco quindi che ogni giorno ci ritroviamo un nuovo album da recensire che tracima queste sonorità da ogni solco.

Nella fattispecie i Devastatiön arrivano dal Belgio, più precisamente dall’est delle Fiandre, e picchiano duro, molto duro, prendendo spunto dalla scena a loro più vicina, e cioè quella storica tedesca. Più precisamente i nostri dimostrano di aver studiato alla perfezione la lezione impartita anni e anni or sono da Mille Petrozza e dai suoi Kreator. Le similitudini ci sono, sono molto marcate, sia per il modo di cantare del singer Matthieu che per il tipo di riff utilizzati da Tim. Ma la cosa più impressionante è quanto lo stile di batteria di Tom sia prepotentemente simile a quello del buon Ventor (peccato solo per il sound, troppo artificiale), tanto che in alcuni frangenti ci si chiede se davvero non si sta ascoltando un brano dei Kreator.

Derivazioni a parte i nostri riescono comunque ad essere abbastanza personali, e soprattutto dimostrano di avere dimestichezza con il songwriting, che risulta essere vario ed ispirato, tanto che alcune melodie (se vogliamo chiamarle così) della voce e alcuni riff di chitarra ti rimangono scolpiti nel cervello fin dal primo ascolto, e questo è un particolare non da poco.

Trattandosi di un EP sono soltanto cinque i brani proposti, il che da un lato non può farmi esprimere un giudizio completo, in quanto mi sarebbe piaciuto giudicare come sarebbero risultati i brani sulla lunga distanza, se avessi riscontrato o meno la presenza di filler. Dall’altro, però, rende l’ascolto particolarmente snello e gradevole, e fa venire voglia di premere di nuovo play alla fine della quinta canzone, il che sta a dimostrare che i nostri hanno trovato la via giusta. Spero di poter confermare quanto di buono ho detto fin’ora con l’uscita del prossimo e terzo full length del quartetto. Nel frattempo mi ritengo decisamente soddisfatto.

Recensione a cura di Roberto Alfieri

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