Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CONFUSED MIND
  2. BLACK MASS
  3. FRONTBEAST
  4. DISSATISFIED EXISTENCE
  5. UNITED BY HATRED
  6. THE RITUAL
  7. BLACK DEATH
  8. THE ANTICHRIST
  9. CONFOUND GAMES
  10. RIPPING YOU OFF BLIND
  11. SATAN'S VENGEANCE
  12. HOLIDAY IN CAMBODIA (DEAD KENNEDYS COVER)

Line up

  • Marcel "Schmier" Schirmer: vocals, bass
  • Mike Sifringer: guitars
  • Vaaver: drums

Voto medio utenti

Perdindirindina come passa il tempo… Mentre inserivo la scheda dell’album mi sono reso conto che il primo volume di “Thrash anthems” risale a ben dieci anni fa, eppure avrei scommesso che ne fossero passati non più di quattro o cinque… Considerazioni da malato di Alzheimer a parte, i Destruction evidentemente c’hanno preso gusto, e quindi tornano all’attacco con la pubblicazione del secondo volume del best of, licenziato prima via PledgeMusic, e successivamente via Nuclear Blast Records, atto a ‘svecchiare’ il materiale antico della band. Scusate la franchezza, ma obiettivamente non c’è molto di nuovo da aggiungere rispetto a quanto già detto in fase di recensione della prima parte, visto che si tratta, essenzialmente, dello stesso identico tipo di operazione.

Si prendono i vecchi brani diventati ormai classici (a dirla tutta in questa seconda parte ce ne sono molto meno rispetto alla prima), ci si infila un brano ripescato addirittura dalla primissima demo tape (“Frontbeast”), li si ri-registra con un sound più attuale e adeguato ai gusti dei ragazzetti che ascoltano metal oggigiorno, si aggiunge una cover thrashizzandola a dovere (“Holiday in Cambodia” dei Dead Kennedys) e il gioco è fatto.

Sinceramente, con tutto l’affetto infinito che provo per la band di Schmier e Mike, non riesco davvero ad aggiungere ulteriori considerazioni che non siano già state esplicate più e più volte. Come già detto per il primo volume, l’operazione in sé è senz’altro più meritevole di un classicissimo best of, quello che lascia perplesso me, e come me molti altri che la pensano allo stesso modo, è proprio il registrare di nuovo brani che hanno anche nel suono grezzo e primordiale il loro fascino ormai entrato nella storia.

Ascoltare “Satan’s vengeance” o “Black mass” o la già citata “Frontbeast” con questi suoni qui, può farle apprezzare da un punto di vista puramente tecnico, ma vuoi mettere le arcane e putride sensazioni che emanano le versioni originali? Il discorso è sempre lo stesso, quindi: un’operazione del genere può essere indirizzata soltanto a chi è completamente all’oscuro della band, o meglio ancora ai ragazzini che hanno un approccio all’ascolto del metal completamente differente rispetto a noi vecchi che abbiamo avuto la fortuna di apprezzare le versioni originali in tempi ben diversi da quelli che stiamo vivendo attualmente. Prodotto di nicchia, quindi, destinato esclusivamente alle nuove generazioni…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 dic 2017 alle 11:29

Le canzonì sono figlie del loro tempo, suoni compresi, ri-registrandole si vanno a snaturare. Quanta verità....

Inserito il 02 dic 2017 alle 01:06

Quoto tutto il discorso di Rob. Le canzonì sono figlie del loro tempo, suoni compresi, ri-registrandole si vanno a snaturare. Questa operazione può strappare un ascolto ed un sorriso ma finisce lì.

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