Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:57 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. KARMA
  2. THE FEAR
  3. TELL ME A LIE
  4. FOREVER ALONE
  5. EAT YOUR WORDS
  6. PRISONER OF WAR
  7. FREAK SHOW
  8. I DARE YOU
  9. THE DEVIL IN ME
  10. UNINVITED
  11. YOURS

Line up

  • Antony Ellis: vocals
  • Sam Millar: guitar
  • Mick McCullagh: guitar
  • Matt Avery: bass
  • Tom Aspinall: drums

Voto medio utenti

Arrivano dalla contea del Lancashire (Wigan, per la precisione) e sono una nuova “scommessa” di casa Frontiers Music, spesso tacciata con superficialità di essere solo un rifugio per “vecchie glorie” o la regina del “progetto parallelo”.
Gli inglesi Bigfoot, dopo un paio di Ep, si affacciano sulla ribalta internazionale con un full-length eponimo per certi versi piuttosto “sorprendente”, capace per davvero di mescolare un sacco d’influenze ispirative (dagli Eagles ai Pantera, recita il materiale promozionale … e per una volta non si tratta di un’assoluta iperbole!) e di offrirsi con tutto il suo carico di freschezza a un pubblico ampio e sufficientemente eterogeneo.
Nulla di incredibilmente “avventuroso”, sia chiaro, e tuttavia il tentativo di “abbracciare” tante sfumature del rock è palese e soprattutto parecchio riuscito, grazie alla “misura”, alla cultura e al talento che questi cinque valorosi britannici dimostrano di possedere in ogni solco dell’albo.
In realtà l’apertura riservata alla scura “Karma”, con il suo groove vagamente alla BLS, mi aveva instillato qualche perplessità, facendomi balenare il rischio di dovermi “sorbire” l’ennesimo riciclaggio di modalità operative molto diffuse e codificate, ma già dalla successiva “The fear” il clima sonoro muta in maniera sostanziale … costruzione armonica ficcante e refrain ad ampio respiro, il tutto inserito in una mistura di hard-rock e AOR che rimanda la memoria direttamente ai migliori Tyketto e senza tentare di riprodurne pedissequamente l’inconfondibile trademark … un gran bel pezzo, insomma.
La scalciante e adescante “Tell me a lie” prosegue sulla stessa luminosa linea espositiva e conferma le notevoli qualità tecnico/interpretative del cantante Antony Ellis e l’eccellente preparazione dei suoi abili pards, mentre “Forever alone” svela il lato più sentimentale dei nostri, impregnato di sontuosi impasti vocali e di un’atmosfera che chiama in causa GnR e qualcosa dei Boston.
L’ardore hard-blues della contagiosa “Eat your words” (un po’ alla Black Stone Cherry) e della pulsante "Prisoner of war” aggiunge un altro colore alla ricca tavolozza espressiva dei Bigfoot, “Freak show” riesce a essere al tempo stesso massiccia e ruffiana (intriganti le piccole scorie southern) e scommetto che vi troverete a canticchiare la coalizione Aerosmith/Def Leppard (magari in gita a d Kingston … vedasi la fugace incursione reggae!) di “I dare you” fin dal primo contatto.
Se vi piacciono Rainbow ed Europe, nelle scosse emotive di “The devil in me” troverete il modo di soddisfare i vostri (pregevoli) gusti musicali, “Uninvited” è una “quisquilia” glitterata da scuotimento istantaneo del deretano e il suo contrasto con “Yours”, che chiude l’opera facendola sprofondare in un melodramma dal retaggio Queen/Zeppelin-esco, procura effetti stranianti e non per questo inopportuni.
Mescolare le carte in tavola, incrociando cum grano salis generi e suggestioni, non è mai un’impresa facile e quando ci si riesce il risultato può essere veramente considerato una vitale “boccata d’ossigeno” per la nostra musica preferita, soffocata dalla stagflazione … i Bigfoot, forti del loro monicker, hanno fatto un “passo” importante nella direzione giusta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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