Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:54 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE DREAM THAT NEVER ENDS
  2. SOMEONE TO BELIEVE
  3. OUR TIME NOW
  4. SUMMON THE DEVIL
  5. NO TOMORROW
  6. SHINE ON GOLDEN SUN
  7. THE VISION
  8. KEEPER OF THE FLAME
  9. WE HAD THE WORLD
  10. DUNSINANE WALLS
  11. SOMEONE TO BELIEVE (BONUS VIDEO)

Line up

  • Lana Lane: vocals
  • Erik Norlander: keyboards

Voto medio utenti

Dopo una pausa "inedita" riempita con "Covers collection", "Winter session", il live "Return to Japan" e il dvd "Storybook: tales from Europe and Japan", la signora Norlander torna con un concept ispirato ad una delle figure femminili più oscure di tutta la letteratura (Lady Macbeth), e ancora una volta suo marito ha fatto per lei le cose in grande, cominciando a registrare prima in Europa con l'aiuto del virtuoso chitarrista Peer Verschuren, Ernst Van Ee alla batteria e Kristoffer Gildenlow (fratello di Daniel dei Pain of Salvation) al basso, per poi riunire in California il cast "familiare" che da sempre lo accompagna sia in studio che live: Mark Mc Crite (chitarre e voce), Neil Citron (chitarre), Don Schiff (basso), ai quali si è aggiunto il contributo di Kerry Keeling.
"Lady Machbeth" celebra i 10 anni di attività della "queen of symphonic metal", ed è ancora un prodotto che accontenta in pieno i suoi fans, a cominciare dai brani più lenti: le ballads dolci e suadenti "Our time now " e "We had the world", cariche di sopraffini arrangiamenti sinfonici e corali dal vago sapore Beatles-Pink Floyd. L'altra riuscitissima rock ballad "Someone to believe" (presente anche come bonus video), classico esempio di come si compone un brano con ambizioni di classifica, "No tomorrow" alterna invece momenti soft acustici ad un refrain corale melodic hard rock, mentre "Dunsinane walls" (che ripropone in parte il tema iniziale di "The dream that never ends") vede il predominio di voce e piano su un sottile arrangiamento sinfonico-orchestrale.
La Lana Lane più scatenata si rivela dopo il breve intro atmosferico di "The dream that never ends" in un brano di neoclassic melodic rock dal ritmo veloce in stile Rainbow con tanto di parte centrale strumentale suonata con più chitarre, il ritmo si accelera ancor più con "Keeper of the flame", power metal di scuola teutonica con spruzzate di melodic rock e cori, ritmica che chiama in causa Helloween e Gamma Ray, break centrale strumentale che spezza la velocità del ritmo e dà modo a Norlander di esibire le sue doti di virtuoso tastierista, il finale sfuma ancora su una ritmica power metal, screaming di Lana Lane e un accenno al "Volo del calabrone", "Summon the devil" è un hard rock poco sinfonico dai toni minacciosi, cupi e potenti con un lancinante solo centrale di chitarra che si alterna alle tastiere (uno dei brani in cui la voce di Lana meglio si identifica con la musica), c'è anche l'atmosferica strumentale "The vision", il cui lavoro al pianoforte ricorda molto quello di "Someone else" dei Queensryche.
Un disco che conferma ancora una volta le grandi doti vocali della Lane che, unite all'indiscutibile professionalità delle persone che la affiancano fanno di "Lady Macbeth" un must per i fans del melodic rock, con l'augurio di rivedere lei e Norlander al più presto in Italia: nel tour che li portò all'Indian Saloon nel 2001 non pochisi stupirono nel sentirla cantare così bene sia i brani suoi che quelli dei Rocket Scientist e di Norlander (tra cui "Rome is burning", nella versione originale cantata da Glenn Hughes), nonché le cover di "Season end" e "In the court of crimson king".c
Recensione a cura di Carlo Viano

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