Copertina 6,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:53 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. BRIDESMAIDS
  2. THE QUARTERMASTER
  3. WHEN THE MUSIC DIES
  4. THE WHITE CROWN
  5. WHAT HAVE YOU DONE
  6. CRIME OF PASSION
  7. A FRENCH KISS IN AN ITALIAN CAFE
  8. THE BRIDE SAID NO

Line up

  • Nad Sylvan: vocals, guitars, piano, keyboards, acoustic guitar, orchestration, programming
  • Jade Ell: vocals
  • Sheona Urquhart: vocals, saxophone
  • Tania Doko: vocals
  • Steve Hackett: guitar
  • Roine Stolt: guitar
  • Guthrie Govan: guitar
  • Tony Levin: Chapman stick, upright and electric bass
  • Jonas Reingold: bass
  • Nick D ́Virgilio: drums, percussion
  • Doane Perry: drums
  • Anders Wollbeck: additional sound design, keyboards, programming, orchestration
  • Alfons Karabuda: water phone

Voto medio utenti

I dischi solisti di Nad Sylvan mi lasciano sempre quel senso di "occasione mancata". Giunto al secondo capitolo della sua trilogia "vampiresca" (la cui trama, a tutt'oggi, mi è ancora poco chiara), il cantante dal vivo di Steve Hackett - perché la verità è che la gente sa di chi stiamo parlando quasi esclusivamente per questo motivo - prova a dare una "sferzata di energia" al sound di "Courting The Widow", album che a due anni dalla sua uscita suona ancora decisamente rétro.

L'inizio non è male: il buon preludio di scuola Broadway "Bridesmaids" - il cui tema ricorrerà spesso durante l'album - anticipa "The Quartermaster", traccia sorprendentemente heavy per gli standard di Sylvan (c'è pure il doppio pedale) con un pizzico di funk. Anche "When The Music Dies" è riuscita, con il suo mix di Genesis Anni Settanta e pop da classifica Anni Novanta, mentre "The White Crown", a cavallo tra prog e musica classica, risulta un po' forzata. "What Have You Done" è una (poco originale) ballad teatrale d'ispirazione watersiana, risollevata giusto dal lungo duetto Hackett/Govan in fase solistica, e fa il paio con "Crime Of Passion", vicina all'ultima produzione dell'ex-Genesis ma carente sul fronte delle melodie eccessivamente zuccherose (il ritornello dice tutto). In "A French Kiss..." sembra di sentire i Depeche Mode di "Ultra", e pure qui i cliché non mancano (Nad mio bello, fai una canzone che parla di un café e ci butti dentro un sax? Ma un po' di amor proprio no? ndr). Il finale è in caduta libera: la titletrack, epica ma caotica, non decolla mai e suona come uno scarto di produzione del peggior Jim Steinman. D'oh.

"The Bride Said No" è "il solito" disco di Nad Sylvan, a metà strada tra brani potenzialmente immortali e momenti decisamente sottotono o semplicemente banali. Mezzo punto in più giusto per l'ottima performance canora della non più giovane ugola europea e per il cast di tutto rispetto...

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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