Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2019
Durata:51 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. THE PARTISAN
  2. SOPHIA
  3. MONET
  4. SKYWRITER
  5. WE SHALL RIDE AGAIN
  6. VIA HAWKING
  7. BY DESIGN
  8. SAILING THE SEAS
  9. MATA HARI
  10. HOLD QUITE
  11. AMAZING GRACE (BONUS TRACK)

Line up

  • Billy Sherwood: vocals, guitars, drums

Voto medio utenti

Chi ha apprezzato il primo capitolo del viaggio oltre i confini del tempo, tra storia e fantasia, del Cittadino, sa già cosa aspettarsi … un concentrato di suoni immaginifici e meditativi, sospesi tra prog e pop, ad assecondare la visione espressiva di un musicista che con Lodgic, World Trade, The Key, Conspiracy, CIRCA e Yes ha già ampiamente dimostrato la portata della sua arte.
Se in “CitizenBilly Sherwood si era circondato di ospiti illustri, la decisione di gestire in completa autonomia tutte le incombenze di questo sequel rende l’opera ancora più personale e libera da eventuali condizionamenti e (anche se fatalmente ne riduce di uno zinzino l’appeal “commerciale”) rafforza l’idea di un personaggio che per talento e versatilità probabilmente meriterebbe una superiore considerazione anche tra i “puristi” del genere, non sempre disposti, a causa di una forma di abbastanza indecifrabile e ostinato snobismo, a riconoscerne le qualità.
A beneficio dei (pochi, spero …) che non conoscono le vicende di Sherwood e il concept da lui avviato nel 2015, diciamo che “Citizen: in the next life” è un disco che mescola con innata classe Yes, Genesis e qualcosa del Peter Gabriel solista, e fonde con classe e misura influenze “classiche” e “moderne”, per un effetto finale a elevato impatto emotivo.
Forse, a ben sentire, rispetto al suo predecessore, nell’albo affiora sporadicamente qualche brandello di eccessivo manierismo, e tuttavia il risultato cardio-uditivo globale può dirsi ancora una volta ampiamente soddisfacente, in un misto di magia e concretezza che ammalia nonostante qualche passaggio leggermente meno fluido del previsto.
Difficile, dunque, non rimanere affascinati dall’incontro con Mata Hari, Cristoforo Colombo, Wyatt Earp, Monet e Adolf Hitler che il protagonista dell’opera ci fa vivere attraverso la sua sensibilità e le sue esperienze, e quando in coda al programma il Cittadino assume le sembianze di Chris Squire (con un rimando a “Amazing grace”, amata ed eseguita spesso dal compianto bassista britannico), si comprende ancora meglio lo spessore artistico e umano di un grande del settore come Billy Sherwood.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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