Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:48 min.
Etichetta:Black Lion Productions

Tracklist

  1. REMINISCE
  2. DESPAIR
  3. ANGELMAKER
  4. INTO THE ETERNAL PITS OF NIGHTMARE
  5. DRAWN BY NIGHTMARES
  6. THERE WAS A MAN
  7. FOUR HUNDRED YEARS
  8. TRANSITION
  9. EVENING STARS

Line up

  • Kjell-Ivar Aarli: bass
  • Øyvind Rosseland: keyboards
  • Eddie Risdal: vocals, guitars, programming

Voto medio utenti

Il symphonic black metal, genere propostoci dai norvegesi Legacy of Emptiness, giunti con "Over the Past" alla loro seconda uscita discografica, è un terreno minato: da un lato la possibilità di scadere in una musica banale o pacchiana è sempre dietro l'angolo, dall'altro dire qualcosa di nuovo in un ambito in cui negli anni '90 è stato già detto tutto risulta praticamente impossibile.
Fortunatamente il terzetto di Froland, forte di una lunga esperienza maturata negli ambienti estremi della musica metal, evita il primo rischio in maniera decisa offrendoci un prodotto di buona qualità, ben bilanciato tra le classiche partiture magniloquenti e, appunto, sinfoniche, e i momenti più propriamente black in cui il gruppo sa essere assolutamente devastante, arrivando a comporre un album che certamente sarà apprezzato dai cultori del genere.
Per quanto concerne invece il secondo punto, beh i Legacy of Emptiness si "limitano", direi quasi ovviamente, a percorrere sentieri già battuti.
La loro musica, infatti, risente dell'influenza dei Dimmu Borgir migliori, prima cioè che Silenz e compagni si rincoglionissero del tutto, dei primi Gehenna, degli Anorexia Nervosa e di un "pizzico" del debut album dei Limbonic Art, insomma i modelli dai quali i Nostri traggono ispirazione sono evidenti e "Over the Past" viene ad essere un disco che non sorprende, ma che, certamente, offre buonissima musica.
Quello che ho apprezzato particolarmente nei solchi virtuali del lavoro è la vena melodica che lo percorre nonchè la capacità, notevole, dei Legacy of Emptiness di creare atmosfere da un lato possenti e dall'altro pacate in un gioco di chiaro scuri nel quale emerge una vena quasi goticheggiante, attenzione a prendere con le pinze quest'ultimo termine, che da quel tocco in più a diverse partiture sparse qui e la nel disco.
Sostanzialmente "Over the Past" non è un album con velleità di innovazione, ma è una sorta di manifesto di come il symphonic black metal dovrebbe essere o, per lo meno, di come il gruppo vorrebbe che fosse, scevro, dunque, da tentazioni "moderniste" ma fortemente legato al passato, glorioso, di un genere che ha saputo regalare grandi capolavori, ad oggi, ancora ineguagliati.
Se, come il sottoscritto, avete amato gli incroci di tastiere e gelido tremolo picking che furono, vi consiglio di dare una opportunità ad un gruppo poco conosciuto ma sicuramente in grado di comporre e suonare buonissima musica: forse mi ringrazierete, alla più brutta tornerete ad ascoltare "Enthrone Darkness Triumphant"...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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