Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:38 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. FRAGILE
  2. LET 'ER RIP
  3. DEADLY SIN
  4. AGENCY OF LIBERTY
  5. THE SEARCH
  6. THE PROPHECY
  7. SHAME ON YOU
  8. RELIGION IS A KILLER
  9. NEVERMIND

Line up

  • Klaus "Heiner" Ullrich: bass, rhythm guitar
  • Thomas "Lubber" Krämer: drums
  • Mario Vogel: vocals
  • Michael "Opf" Opfermann: guiitars
  • Frank Heller: guiitars

Voto medio utenti

Come già ricordato in occasione delle riflessioni su "Feed the Extermination", i Vendetta non sono più quelli di "Go and Live... Stay and Die" e di "Brain Damage", ma perlomeno oggi, con il nuovo "The 5th", riescono a far di meglio rispetto al recente passato.
Infatti, con il loro quinto album ("The 5th", per l'appunto) la formazione tedesca (ora tornata a essere un quintetto) riesce a dare vita a un Thrash finalmente convincente, nel suo guardare agli eighties e senza cercare di spiccare voli pindarici che non gli appartengono.
Certo, "Fragile" inizialmente la prende un po' ala larga, con quel suo intro alla X-Files, ma quando decide poi di crederci, ecco che ci appare un ispirato e martellante (Thomas Krämer picchia senza alcuno scrupolo) Thrash Metal alla "vecchia maniera" (Kreator, Artillery, Annihilator, Darkness...), con chitarre affilate e un Mario Vogel finalmente ben calato nella parte.
La solidità di brani come "Deadly Sin" (con qualcosa dei connazionali Warrant) o la spaccaossa "The Prophecy", puntellati da un guitarwork invero efficace (anche nel breve intermezzo strumentale "The Search"), fanno finalmente guardare ai Vendetta senza sospetti e timori. Tutto sommato incappiamo solo un paio di canzoni sottotono, la sin troppo sintetica "Let 'er Rip" e l'insipida e incerta "Shame On You", mentre due parole a parte spettano alla conclusiva "Nevermind", episodio arpeggiato e intimista, con tanto di clean vocals, e non solo fuori contesto, se non per quel finale elettrico e distorto, ma davvero superfluo e dannoso all'economia del disco.

Non siamo, ovviamente, di fronte alla Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven (cui potrebbe rifarsi l'artwork) ma a un discreto lavoro di una band che ha cercato una seconda occasione e non vuole sprecarla.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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