Copertina SV

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:21 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MRS. GOD
  2. THE KING OF A 1.000 YEARS
  3. RUN (IN THE NAME OF YOUR ENEMY)

Line up

  • Andi Deris: vocals
  • Michael Weikath: guitars
  • Sascha Gerstner: guitars
  • Markus Grosskopf: bass
  • Dani Loble: drums

Voto medio utenti

Pessima idea quella d'intitolare "Keeper Of The Seven Keys - The Legacy" il prossimo disco degli Helloween, una scelta destinata a riesumare fantasmi di un passato troppo ingombrante per scherzarci su: che possa piacere o no, la carriera post Hansen e Kiske vanta numerosi estimatori, ed appoggiarsi, anche solo nel titolo, ad una coppia di album che hanno fatto la storia del metal appare come una mossa poco dignitosa. "Mrs. Ego" scorre via innocua, puntando su atmosfere che rimandano ad una parodia di "I Can" e giocando la carta della breve durata, meno di tre minuti, e del refrain orecchiabile destinato ad intrattenere solo per pochi ascolti. Incommentabile il break posto a fine brano, probabilmente concepito come una citazione degli insert "umoristici" di "I Want Out" e "Future World", ma che si dimostra lontano anni luce dal produrre l'effetto desiderato. Su ben altri livelli si colloca la seguente "The King For A 1.000 Years", lunghissima suite sulla falsariga di "Keeper Of The Seven Keys" ed "Halloween", capace di coniugare con semplicità le atmosfere prettamente power metal degli esordi con le melodie più mature del periodo Deris. In poche parole, un brano di grande valore che farà certamente la gioia dei fan vecchi e nuovi, pur non raggiungendo i fasti dei tempi d'oro. L'ultima fra le tre tracce proposte è "Run (in The Name Of Your Enemy)", canzone destinata ad apparire esclusivamente su questo singolo, che pone ancora una volta l'accento sul lato più scanzonato (ed inoffensivo) del sound "made in Helloween". Ancora troppo poco per formulare un giudizio definitivo sull'imminente release, quindi, ma abbastanza per notare che il materiale proposto si divide in canzonette trascurabili e brani di grande spessore, capaci di giustificare con la loro presenza l'acquisto del singolo.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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