Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:38 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. A REQUIEM FOR TERRA
  2. TITAN
  3. MOLOCH
  4. BENEATH A CHEMICAL SKY
  5. EMERGING PANTHEON
  6. EARTH EATER
  7. SPIRITUAL BLIGHT

Line up

  • Bjørnar Nilsen: vocals, bass, programming
  • Arve Isdal: guitars (guest)
  • Gjermund Fredheim: lead guitars (guest)
  • Dag Terje Andersen: additional guitars (guest)

Voto medio utenti

Ci hanno impiegato ben dieci anni i norvegesi Black Hole Generator per dare un seguito a "Black Karma", mini album che la Ars Magna Recordings rilasciava nell'ormai lontano 2006.
Cosa sia accaduto in un lasso di tempo così lungo non lo sappiamo, sta di fatto che "A Requiem for Terra" vede finalmente la luce grazie alla Dark Essence Records alla quale va il nostro plauso per aver dato una possibilità ad un gruppo molto interessante e sicuramente distante, per personalità, dalla massa delle proposte estreme.
Non stupisce sapere che il main man del gruppo è Bjørnar Nilsen, mente dei seminali e particolarissimi Vulture Industries, dal momento che il nuovo album risulta essere un lavoro sperimentale capace di mescolare nell'alveo di un suono freddo ed industriale diverse influenze e sfaccettature.
I Black Hole Generator spaziano tra il gelido black metal della loro terra e atmosfere desolate di matrice doom, passando per momenti indiavolati e soluzioni corali, che mi hanno portato alla mente gli Anaal Nathrakh, senza dimenticare partiture vagamente industriali, passaggi melodici ed inflessioni epiche che si calano perfettamente in un contesto inquietante e, a volte, dal sapore teatrale e deviato, senza soluzione di continuità e senza nessuna apparente forzatura.
Il songwriting dei Black Hole Generator risulta essere raffinato, poco incline alle soluzioni semplici, ma molto attento al concetto di "canzone", che mai viene abbandonato in favore di sperimentazioni fini a se stesse, ed esaltato, invece, dagli interventi di chitarra di un ispiratissimo Arve Isdal (Enslaved) valore aggiunto di un lavoro, mi ripeto, molto sopra la media e ricchissimo di cultura musicale e di ricerca in fase di arrangiamento.
Per completare il quadro di un album nel quale nulla è stato lasciato al caso, aggiungete l'artwork di Costin Chioreanu, come di consueto immediatamente riconoscibile, una produzione perfetta nell'esaltare tanto i momenti di pura distruzione (l'attacco di "Earth Eater") quanto quelli più folli e spiazzanti (dato un ascolto alla bellissima traccia finale, quasi da lacrime), un uso delle voce assolutamente schizofrenico ed imprevedibile, ed avrete una visione complessiva del valore di un'opera che mi auguro possa avere il giusto riconoscimento che merita.
Adesso speriamo che i Black Hole Generator non ci facciano aspettare altri dieci anni...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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