Primogenorum - Damned Hearts in the Abyss of Madness

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:36 min.
Etichetta:Forever Plagued Records

Tracklist

  1. ALL DIES IN NOVEMBER NIGHT
  2. HECATOMB
  3. DEAD CALLS MY NAME
  4. THE GAPING GRAVES
  5. A NIGHT OF DISABLOT
  6. THE BELL RANG IN RUINED CHURCH
  7. DAMNED HEARTS IN THE ABYSS OF MAD
  8. ON THE OTHER SIDE OF PHLEGETHON

Line up

  • Lucifug: vocals, all instruments
  • Haruspex: bass

Voto medio utenti

Con gli ucraini Primogenorum facciamo un bel salto nell'underground, ma proprio quello under, quello da 300 copie stampate dalla Forever Plagued Records, etichetta del gruppo di Donetsk.
Con questa introduzione è evidente che "Damned Hearts in the Abyss of Madness", il secondo lavoro dei Nostri, è il classico album del quale non importerà un cazzo a nessuno: troppo persi dietro a Facebook, e cazzate simili, i "metallari" moderni per avere interesse in queste vicende discografiche.
Che vicende?
Il gruppo ci offre un oscurissimo Doom / Black Metal scarno, dal suono grezzo e dalle atmosfere lontane anni luce da tutto ciò che possiate associare al mainstream, ci offre, in sostanza, musica estrema, senza compromessi, fatta non per piacere alla massa ma per farsi odiare da essa e apprezzare da pochi.
Forse da nessuno.

Ma com'è l'album?
Direi che i Primogenorum non cambieranno le sorti del Metal, a questo ci penseranno gli In Flames, ma la loro musica è sulfurea al punto giusto ed i loro suoni riverberati,dolorosi e stridenti, il basso così pulsante e vivo, la voce così urticante sono tutti elementi che hanno la capacità di prenderti a calci in bocca con fottuta nonchalance raggiungendo, dunque, perfettamente lo scopo per cui un tale genere di musica viene concepito.
Non pensiate tuttavia che questo gruppo sia solo ribrezzo e odio: tra le loro note si cela anche una strisciante armonia ed una patina velatamente epica che elevano i brani sopra la media mettendo, dunque, in evidenza un talento non comune.
Che dirvi?
Se siete rimasti ai Necromantia, a mio avviso musa ispiratrice degli ucraini, date un orecchio a questo disco: il vostro animo nero ringrazierà.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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