Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:49 min.
Etichetta:Einheit
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INTO THE HEART OF DARKNESS (INTRO)
  2. SURVIVE
  3. SWEET IMMORTAL
  4. WARLORDS OF THE STORM
  5. CTHULHU DREAMS
  6. OUT OF CONTROL
  7. UNHOLY TIDE
  8. WILDHUNT
  9. MORDOR
  10. YOUR FATAL EMBRACE

Line up

  • Johann Smit: vocals
  • Sven Heussen: guitars
  • Johan de Jager: guitars
  • Sigi Mueller: bass
  • Thomas Hoffmann: drums

Voto medio utenti

Gli Arcana XXII arrivano dalla Namibia e “Your fatal embrace” è il loro terzo album.
Superata la sorpresa iniziale dovuta ad una provenienza geografica non “esattamente” al centro degli interessi del mercato discografico internazionale e dopo aver costatato che i nostri “africani”, hanno, in realtà, evidenti origini teutoniche (i nomi dei protagonisti sono abbastanza “indicativi” in questo senso), senza che questo, per ragioni storiche inerenti al più “classico” dei fenomeni “colonialistici” (la Namibia acquisì in quel periodo la denominazione altisonante di “Africa tedesca del Sud-ovest”), possa stupire più di tanto, ci troviamo ad analizzare una formazione innegabilmente “innamorata” del tradizionale suono dell’heavy metal anni ottanta, equamente suddiviso tra Germania e Inghilterra, ma che cerca, allo stesso tempo, un approccio che possa risultare originale, inserendo in questo predominante sostrato anche suggestioni simil-gothic, rock, variazioni al limite del thrash, passaggi power-doom o ancora espressioni musicali a rammentare le soluzioni del prog.
Come si può, a questo punto, facilmente intuire, il progetto appare piuttosto ambizioso e stuzzicante con il singer Johann Smit che ce la mette davvero tutta nel tentativo di assecondare un suono così volubile, passando dalle vocals più tipiche del metallo ottantiano, a quelle richieste dai vari cambiamenti stilistici dei brani, arrivando sino a sporadici screaming e growling e la sua voce pur presentando limiti tecnici a volte anche piuttosto evidenti, in generale, non dispiace, dimostrando (soprattutto, ovviamente, quando non “stona”!) delle interessanti potenzialità.
Questo discorso può tranquillamente essere esteso anche al resto della band, che difficilmente potrà essere citato come riferimento nelle riviste specializzate di metodologia esecutiva per i rispettivi strumenti, ma che è anche capace d’intuizioni, sufficiente perizia e di singolari accostamenti.
L’introduzione tribale “Into the Earth of darkness” (che sa un po’ di “specchietto per le allodole”) funge da preludio al riffone di “Survive”, che rallenta e si alleggerisce nella successiva porzione del brano, sincopata e catchy, per riprendere nuovamente la propria corsa “da copione” del genere e lascia il posto a “Sweet immortal”, un irresistibile episodio cangiante, tra gothic, tradizione metallica e un refrain davvero accattivante.
L’epicheggiante “Warlords of the storm” mette sul tavolo discrete possibilità, che rimangono purtroppo inespresse a causa di una prova vocale da dimenticare, “Cthulhu dreams” vince ancora una volta grazie ad un “ondeggiante” ritornello e in “Out of control” si assiste ad alcuni interessanti cambi d’umore che chiamano in causa heavy, sussulti rock, vaghi richiami al “folk metal” germanico e un “pizzico” di follia nell’abbinarli.
“Unholy tide” (con tanto di particolare break in lingua francese) non dispiace, anche se le vocals potrebbero essere decisamente più accurate e il medesimo difetto è riscontrabile (forse addirittura accentuato) nella comunque maggiormente prevedibile “Wildhunt”.
Gli accenni doom-esque nella trama “eroica” di “Mordor” e una passabile title-track, sanciscono la conclusione di un dischetto dotato di un certo “fascino”, che per quanto sia assolutamente ancora “grezzo” e per tante ragioni imperfetto, attrae in discreta misura.
Non è affatto agevole dare un giudizio “univoco” e “oggettivo” (soprattutto in prospettiva di un eventuale acquisto, quello che in fondo è lo scopo primario di una recensione) sul lavoro degli Arcana XXII, il quale, anche a causa di tutta questa “carne al fuoco”, risulta innegabilmente, al momento, un po’ confuso, spesso disorganizzato e di sicuro da affinare, richiedendo una crescita sotto molti punti di vista, ma non si può contemporaneamente non lodare la volontà dei nostri di non essere un’altra xerox-band, in un mercato in cui è più comune allinearsi che distinguersi.
Il voto che trovate in fondo all’analisi è, quindi, il risultato di una “sofferta” mediazione tra potenziale e debolezze, tra idee più o meno focalizzate e qualche difetto di troppo che è necessario superare … se riusciranno a coordinare meglio i propri punti di forza, il prossimo disco dei namibiani potrebbe evolvere davvero in qualcosa d’importante … per ora, se n’avete l’occasione, dateci un ascolto; chissà che anche Voi non restiate già oggi un po’ ammaliati da questo suono sregolato ed insolito … in ogni caso, da tenere sotto stretta osservazione!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 giu 2015 alle 10:21

Chi vuol rovistare nell'inconcreto mondo dei namibiani Arcana XXII potrebbe farlo direttamente dal best of..del 2011 Return to the Darkland.

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