Quartetto all'esordio discografico (digitale) quello degli Uncovered for Revenge, provenienti dalla capitale e dediti ad un buon mix tra hard rock più ruffiano e soluzioni più moderne e cupe. Questo EP intitolato "Life" mostra le diverse sfaccettature degli Uncovered for Revenge e dimostra, con tutti i doverosi limiti di immaturità di un debutto, una discreta personalità e presenza.

Oltre alla produzione, un limite che nel 2016 purtroppo si può accettare sempre meno anche nelle autoproduzioni e che presenta un sound della chitarra un po' moscio e la voce dell'esuberante singer Giorgia Albanesi fin troppo frontale, paradossalmente il "problema" di questo "Life" è il brano scelto come apripista, tanto che "Blackout" si dimostra il brano più ordinario e sguaiato, quasi offspringiano nell'incedere ma piuttosto banale nel suo sviluppo e nelle linee vocali.

Molto meglio andare avanti, con la successiva "Can't Be Saved", pezzo cadenzato molto energico che mostra l'anima più oscura della formazione romana, alla stregua di "Fake Friend", probabilmente il brano migliore dell'EP, anch'esso incentrato su atmosfere più decadenti e malinconiche che sfociano in un bel chorus trascinante ed emotivo.

Tra una discreta seppur ordinaria ballad ed una rabbiosa "I regret" si arriva al termine del disco con "Tomboy" che è stato scelto come singolo e video di "Life", ed ancora una volta, come in occasione dell'opener, trovo che la scelta della band sia a dir poco infelice, avendo scelto la canzone più indie pop - in senso negativo - che non solo non rappresenta le scelte musicali della band nel resto dell'ep ma che pecca notevolmente di groove e potenza, se non nel finale.

Una maggiore presa di posizione sull'indirizzo musicale da darsi, una cura per la produzione ed un attento controllo sulla voce di Giorgia, a volte quasi fuori controllo, porteranno gli Uncovered for Revenge ad un livello superiore.