Copertina 8

Info

Anno di uscita:2016
Durata:41 min.
Etichetta:Kolony Records

Tracklist

  1. SEVEN DAYS
  2. INTO OBLIVION
  3. BEREFT
  4. DARKEST THOUGHTS
  5. WHEN DEATH COMES
  6. DEVIL'S HAND
  7. WINTER'S EMBRACE
  8. UNVEILED
  9. A SECRET KINGDOM

Line up

  • Kent Helset: drums
  • Stian Dalslåen: bass
  • Marcus Granlien: guitars
  • Nils Stenmyren: vocals, guitar

Voto medio utenti

"Winter’s Embrace", terzo full-length dei norvegesi To Cast A Shadow, vede l'ingresso del nuovo singer ( e chitarrista ) Nils Stenmyren che ha sostituito la cantante Gunnhild Huser. Il cambio di impostazione vocale si sente eccome, da un approccio alto-soprano si è passati ad un cantato piu' aggressivo (senza esagerare) e a mio modo di vedere anche piu' appropriato allo stile del gruppo.
Sotto la supervisione di Stenmyren, in veste di fonico, l'album è stato mixato e prodotto presso gli studi Leon Music di Karlstad, Svezia (Deathstars, Vomitory, Enforcer). Il risultato finale è un ottimo disco di gothic-metal dalle forti tinte oscure che ricorda i Paradise Lost degli inizi, con ritmiche cadenzate e velate da una melodia nera ed ammaliante ("Devil's Hand", "Darkest Thoughts" ) che si contrappongono a composizioni dalla matrice metal piu' marcata ("Into Oblivion"), l'opener "Seven Days" nella quale compaiono anche dei growl, e il brano forse migliore "When Death Comes" dal riff micidiale e con una lugubre litania (spoken) di morte che accompagna l'ascoltatore verso l'oblio... davvero molto suggestivo. Su matrici metal e con vocals growl anche la titletrack, mentre la conclusiva " A Secret Kingdom" è un lento quasi doom con una voce narrante in primo piano.
ll basso ha un sound profondo e le chitarre hanno un approcio metal-crunch con frequenti arpeggi, il tutto a creare un muro di suono compatto, distorto e d'atmosfera.
Da ultimo, l’album vede la partecipazione di diversi ospiti tra cui Kenneth Grimelid (Syrach, Among Gods), Riccardo Tonoli (Tragodia) e Hal Sinden (Tala) ed è un must per gli amanti del genere, che ti cattura ascolto dopo ascolto e che scende nelle vene come una droga alla quale non possiamo rinunciare.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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